Cercare clienti, un’operazione per nulla semplice.
Oggi sono molti i coltivatori interessati alla vendita dello zafferano. La spezia definita come oro rosso ormai non è solamente importata da lontani paesi orientali ma è prodotta anche in Europa.
L’Italia è un paese con un clima ideale per la crescita dello zafferano e recentemente ha ritrovato l’interesse per questa coltivazione, che in alcune Regioni è di antica tradizione.
Grazie a questa gustosa spezia ricca di benefici è possibile ottenere molteplici prodotti, ma una domanda che si pongono molti è: chi compra lo zafferano?
Se vuoi saperlo, continua a leggere.
Lo zafferano è una spezia pregiata e per questo motivo non è acquistata da tutti in maniera costante. Sicuramente vi sono dei consumatori più fedeli e altri occasionali, l’importante è individuare il proprio target e concentrarsi solo su quello.
Come mai lo zafferano è così costoso?
In Italia la sua coltivazione non è particolarmente difficoltosa grazie a un clima adatto, ma vi sono dei fattori che aumentano notevolmente il valore dell’oro rosso. Il primo riguarda la raccolta, che deve essere esclusivamente manuale. I fiori infatti, così come gli stimmi, sono particolarmente delicati e, nonostante diversi studi ed esperimenti del settore, attualmente il lavoro manuale è quello utilizzato dalla gran parte dei coltivatori, che naturalmente non vogliono rovinare i propri prodotti con una raccolta distratta.
Questa operazione inoltre viene fatta solo in un particolare periodo e, nello specifico, all’alba. Dopo ciò seguono la sfioratura e l’essiccazione, che riduce il peso degli stimmi. Si può quindi immaginare il grande lavoro che c’è dietro la vendita del prodotto finale.
Proprio per questo, il prezzo non sembra alla portata di tutti.
In realtà, grazie ai suoi benefici, lo zafferano è usato in cucina da chi ama le ricette speziate e anche da chi ogni tanto vuole preparare un piatto colorato e gustoso.
In più, vi sono diversi prodotti derivati, che vengono realizzati con lo zafferano, che sono decisamente più economici e accessibili. Un esempio è la confettura con frutta e zafferano, dolci da pasticceria con zafferano e miele con zafferano.
Il tuo bacino di clienti, quindi, può accogliere al suo interno diversi soggetti con differenti esigenze e disponibilità economica.
La domanda però è: come raggiungere questo target?
Vi sono diverse maniere per far conoscere il proprio prodotto. La prima, e più semplice da applicare, è quella del passaparola. Si tratta di un metodo a zero spese ma che necessita di qualcuno che sappia allacciare bene i rapporti con i futuri clienti e sia abbastanza conosciuto. Puoi affidarti ad amici, parenti, colleghi per far conoscere la tua attività di vendita di zafferano.
Ti conviene agire prima a livello locale perché, conoscendo il territorio, sarà più facile per te individuare i tuoi consumatori.
Un secondo metodo è quello della vendita online. Il web è uno strumento che si rivela veramente interessante e utile, se usato nella maniera giusta. Puoi aprire un sito, curare le tue pagine social e aggiornare un blog. Grazie a questi semplici passaggi, anche le persone che vivono lontano potranno conoscere il tuo prodotto. Naturalmente per raggiungere il tuo obiettivo dovrai impegnarti ed essere paziente e magari affidarti a qualche professionista del web, capace di far visionare il tuo sito a più utenti.
Il terzo metodo ti propone di rivolgerti ai ristoranti e bistrot che usano lo zafferano nei propri menù. In genere sono proprio gli chef alcuni dei clienti abituali dei venditori di zafferano. Moltissimi ristoranti infatti offrono piatti saporiti e raffinati che vengono preparati con questa spezia.
In conclusione, trovare consumatori di zafferano non è particolarmente difficoltoso ma serve un buon piano di lavoro. Non agire seguendo il tuo istinto ma programma ogni tuo passo; in questo modo sarai in grado di raggiungere i tuoi obiettivi con maggior successo.
Cercare clienti è uno dei passaggi più importanti per un imprenditore ma vi sono moltissimi altri fattori da prendere in considerazione. Se vuoi approfondire l’argomento, leggi “Coltivare Zafferano per Profitto” e inizia anche tu a guadagnare con il tuo zafferano.
Tutti possono coltivare zafferano ma un conto è impegnarsi in quest’attività per un piacere privato, un altro è rendere tale passione un lavoro vero e proprio, capace di farti ottenere un introito adeguato. La lavorazione dello zafferano a livello professionale impiega personale qualificato, il quale può occuparsi di differenti fasi della produzione.
Agricoltore, commerciante, professionista del marketing, sono tutti ruoli che possono diventare fondamentali all’interno di una piccola azienda di zafferano. Questa spezia preziosa è in grado di offrire numerose opportunità, basta solamente coglierle.
Se vuoi conoscere le figure coinvolte nella coltivazione e vendita dello zafferano per avere un’idea più precisa riguardo l’avvio di un’attività, sei nel posto giusto. Continua a leggere quest'articolo.
Ti sei appena approcciato al mondo della coltivazione dello zafferano e vorresti anche tu curare uno zafferaneto e proporre ai consumatori un prodotto biologico buono e pregiato, capace di conquistare qualsiasi palato.
Prima di arrivare a tavola questa spezia deve affrontare numerose fasi fondamentali che la portano a essere un prodotto sano, prezioso e soprattutto gustoso.
Se vuoi fare della coltivazione un lavoro, è importante che tu ricopra al meglio il tuo ruolo e che conosca le informazioni e le tecniche necessarie a far crescere bene le tue piante.
Quella dell’imprenditore agricolo è una professione ricca di fascino che in Italia ha una sua precisa definizione. L’art. 2135 del codice civile lega l’imprenditore agricolo alle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse. Queste ultime comprendono operazioni come la manipolazione, trasformazione, conservazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti ottenuti dalla coltivazione o dall’allevamento.
Nel caso dello zafferano, si può affermare che la raccolta dei fiori, l’essiccazione degli stimmi e la vendita dei bulbi sono tutte attività connesse all’imprenditorialità agricola.
Bisogna menzionare che l’imprenditore agricolo è un ruolo che raggruppa diverse figure, come il coltivatore diretto (CD) e l’imprenditore agricolo professionale (IAP).
Quali sono le differenze tra questi ruoli?
Scopriamole insieme.
Coltivatore diretto
Il coltivatore diretto è l’imprenditore agricolo che dedica almeno 104 giornate lavorative all’anno alla cura dei terreni. Egli può essere proprietario o affittuario, questo non è importante in merito al riconoscimento della qualifica. È però necessario dimostrare che con il proprio operato si contribuisce a coprire almeno un terzo del fabbisogno lavorativo aziendale.
Uno dei privilegi riconosciuti al coltivatore diretto è il diritto di prelazione in caso di compravendita del terreno agricolo. In particolare se il lavoratore coltiva in affitto da almeno due anni un terreno messo in vendita.
Con la qualifica di coltivatore diretto, il lavoratore inoltre usufruisce del regime previdenziale INPS.
Imprenditore agricolo professionale
A seguito della riforma del 2004, è stata introdotta una nuova figura: l’imprenditore agricolo professionale. Esso sostituisce la professione di imprenditore agricolo a titolo principale (IATP).
Per ottenere questa qualifica è importante soddisfare almeno tre requisiti. Prima di tutto è fondamentale avere una conoscenza approfondita del settore e competenze adatte al ruolo. Le abilità da acquisire sono regolate da precise normative dell’Unione Europea, in particolare il regolamento n. 1257/1999.
Il secondo requisito riguarda il tempo destinato alle operazioni agricole. Deve raggiungere almeno la metà delle ore complessive dedicate al lavoro.
Il terzo punto si lega alle entrate. Con le attività agricole bisogna ottenere almeno la metà del proprio reddito complessivo. Il guadagno riconosciuto per la qualifica riguarda anche il ruolo di socio o amministratore di un’impresa agricola.
Sono le Regioni che valutano la presenza di tutti i requisiti. Diventare IAP significa inoltre accedere alle agevolazioni tributarie in merito a imposte indirette e creditizie; naturalmente è necessario iscriversi prima alla gestione previdenziale e assistenziale.
La passione per lo zafferano può essere certamente un buon punto di partenza, ma è importante ottenere le giuste qualifiche per trasformare il proprio hobby in un lavoro vero e proprio e produrre e commercializzare una spezia ricca di benefici e particolarmente preziosa.
La lavorazione dello zafferano non è semplice ma l’impegno ripaga. Se vuoi approfondire l’argomento, leggi “Coltivare Zafferano per Profitto”, una guida semplice e completa utile per avviare il tuo business.
]]>Lo zafferano oggi è una delle spezie più amate e utilizzate in cucina e non solo. Il grande trionfo dell’oro rosso ha spinto molti ad avvicinarsi alla sua coltivazione e commercializzazione. Gli stimmi sono gli elementi più preziosi di questa pianta ma lo sapevi che anche i petali di zafferano hanno un certo valore e possono essere venduti con successo?
Se vuoi scoprire di più, continua a leggere l’articolo.
Quando si pensa al pregio dello zafferano, vengono subito in mente gli stimmi. Delicati e costosi, regalano alle pietanze un sapore intenso ed esotico, un profumo indimenticabile e un colore vivido. Il fiore possiede solo tre stimmi e per ottenere pochi grammi della spezia è indispensabile coltivare centinaia di fiori.
Per questo motivo la coltivazione della spezia non è da considerarsi come un’attività per guadagnare facile. Si tratta di un settore produttivo e soddisfacente, ma naturalmente ci vuole impegno, tenacia e preparazione.
In tutto questo è però possibile ingegnarsi per sfruttare al meglio il prodotto della terra coltivato con passione. Il fiore di zafferano è molto bello da vedere e può in realtà essere usato in vari modi.
I suoi colori sono vivaci e indimenticabili. Viola, rosso e giallo si uniscono armoniosamente, creando un’esplosione di sfumature in un periodo inusuale e che viene associato a nuance molto diverse: l’autunno.
Nonostante la sua bellezza, il fiore di zafferano, nello specifico il crocus sativus, non può essere una pianta ornamentale poiché i petali sono molto delicati e sfioriscono in fretta. Inoltre, durante il brevissimo periodo della fioritura, è importante raccogliere gli stimmi, per cui non è fruttuoso dedicarsi a una cultura a scopo ornamentale di questa particolare varietà.
Nonostante ciò, puoi usare i petali in altre maniere.
Come vengono confezionati e proposti i petali di zafferano?
Prima di tutto bisogna dire che molti produttori hanno pensato che fosse un peccato liberarsi di un elemento della pianta così bello come il fiore, considerato in genere alla stregua di uno scarto.
Oltre a essere piacevole alla vista, il petalo è commestibile, anche se il suo sapore non ha nulla a che vedere con l’intensità indimenticabile offerta dagli stimmi.
Eppure ha un suo valore, e per preservarlo tanti piccoli imprenditori decidono di essiccare i petali al pari degli stimmi e di proporli confezionati per vari usi.
La lavorazione si suddivide in due grandi fasi. La prima è la sfioratura; viene fatta a mano e consiste nel separare gli stimmi dai fiori. Quest’ultimi possono essere adagiati in un contenitore in maniera ordinata e non ammassati, in modo che prendano aria e non si rovinino.
Il secondo step è l’essiccazione vera e propria. I petali vengono messi nei cestelli dell’essiccatore e lasciati a essiccare per 12-18 ore, a seconda del programma scelto.
Perché i fiori vengono essiccati?
Anche se ridotti di volume, i petali essiccati non marciscono o sfioriscono e non perdono la loro bellezza. Il fiore fresco, invece, essendo molto fragile, va incontro al deterioramento in brevissimo tempo. Per questo motivo è importante procedere all’essiccazione con celerità.
Come già accennato, i fiori di zafferano sono edibili ma hanno un gusto piuttosto neutro. Il loro valore si lega alla bellezza e quindi all’uso ornamentale in cucina. I petali infatti possono essere usati come guarnizione per molteplici pietanze gustose e chic.
Molte tendenze sono dettate dai personaggi più in vista appartenenti a diversi settori e infatti sono stati alcuni chef celebri a usare in maniera originale e raffinata i bellissimi petali di zafferano in cucina. È il caso dello chef Cracco, che in uno dei suoi libri ha dichiarato la sua passione per le ricette con lo zafferano. Proprio lui qualche anno fa è finito sui giornali per aver acquistato in blocco numerosi fiori di zafferano per il suo ristorante.
Ma non bisogna essere uno chef stellato per poter utilizzare questi prodotti in cucina. Puoi guarnire uno spaghetto o un risotto allo zafferano con questi meravigliosi petali, i quali regalano un tocco di colore vivace al piatto e lo rendono unico e di classe.
Questi sono gli usi dei petali di zafferano. Quando si tratta di coltivare e commercializzare questa spezia, nulla dev’essere sprecato e il fiore può rivelarsi un ottimo articolo da vendere a un ampio pubblico. Vuoi approfondire l’argomento? Leggi il libro “Coltivare Zafferano per Profitto” ed entra anche tu nel mondo dello zafferano.
]]>Hai deciso di vendere zafferano e approcciarti alla sua coltivazione. Questa spezia è amata in tutto il mondo e diversi studi confermano le sue proprietà benefiche per l’organismo; non a caso viene chiamata oro rosso. Commercializzare zafferano può essere fruttuoso ma anche decisamente impegnativo.
Gli usi di questo cibo prelibato sono inoltre molteplici, non solo in cucina. Con lo zafferano puoi introdurti nel mercato e trovare clienti in molteplici modi.
In questo articolo vogliamo approfondire alcuni prodotti molto interessanti, appartenenti a diversi settori, che possono essere realizzati e combinati con lo zafferano per ottenere un qualcosa di unico e naturalmente efficace.
Continua a leggere per saperne di più.
Siamo abituati a trovare lo zafferano in polvere o in stimmi sugli scaffali dei supermercati o nei negozi specializzati. Questa spezia in genere si usa in cucina per insaporire numerosi piatti esotici ma anche italiani, come ad esempio il risotto alla milanese.
Il suo sapore intenso e penetrante lo rende un ingrediente perfetto per numerose pietanze, ma non solo. Esso viene spesso utilizzato anche per realizzare prodotti alimentari specifici, che in questo modo acquistano unicità e valore per via del pregio della spezia.
Vediamone alcuni.
Marmellata con lo zafferano
Lo sapevi che esistono delle marmellate allo zafferano?
Sembra strano combinare un alimento dolce, solitamente usato per le colazioni e la preparazione delle torte, con un ingrediente intenso e particolare. Eppure il risultato è strabiliante.
In genere questo articolo non si trova al supermercato ma nelle botteghe o nei negozi specializzati. Puoi trovarne diverse varianti. Molti cuochi e produttori amano unire le pere o le mele allo zafferano e realizzare marmellate speciali che conquistano al primo assaggio.
C’è chi aggiunge anche un tocco aspro e agrumato di limone, per garantire un sapore fresco e adatto a molte ricette.
Diversi piccoli imprenditori puntano sulle confetture perché sono prodotti molto apprezzati e che possono arrivare ad un’ampia clientela. Questo perché sono buoni ed economici. Proprio quest’ultimo fattore contribuisce ad ampliare il tuo target poiché lo zafferano di per sé è piuttosto costoso e raramente le casalinghe o i giovani lo acquistano per un uso quotidiano.
Miele allo zafferano
Un altro prodotto molto apprezzato e acquistato è il miele. In genere più costoso della marmellata, ha comunque un ottimo smercio perché molti lo utilizzano come sostituto dello zucchero. Pur avendo un contenuto calorico leggermente più basso rispetto allo zucchero, il miele ha caratteristiche molto simili. Possiede però anche degli elementi benefici per l’organismo, tra cui vitamine e sali minerali, e ha un gusto che varia a seconda della tipologia e di eventuali ingredienti aggiunti.
La capacità di questo alimento di “assorbire” il sapore di altri cibi che vi sono immersi, come l’arancia, il limone o, perché no, lo zafferano, lo rende particolarmente adatto alla combinazione con questa spezia. Molti imprenditori uniscono il miele d’acacia alla spezia, che viene immersa in stimmi al suo interno. In seguito il prodotto viene esposto ad una debole fonte di calore, che permette allo zafferano di rilasciare il suo intenso aroma.
Il procedimento in realtà non è semplice come può sembrare a causa della poca presenza di acqua nel miele.
Il miele allo zafferano è comunque un prodotto interessante che può raggiungere un ampio target.
Come già detto, viste le sue proprietà lo zafferano viene impiegato non solo nel settore alimentare ma anche in altri campi, come la cosmetica.
Si tratta di un utilizzo che ha le sue origini nel lontano passato, quando questa spezia veniva aggiunta a oli essenziali, profumi e varie fragranze per la pelle e l’ambiente.
Oggi lo zafferano è un importante ingrediente in cosmetica perché ricco di carotenoidi, sostanze amiche della pelle che contribuiscono a combattere l’effetto dei radicali liberi, tra gli artefici dell’invecchiamento precoce della cute.
La spezia ha anche effetti antinfiammatori e lenitivi e per questo è particolarmente adatta a persone con pelli sensibili e che si arrossano facilmente.
Diversi brand realizzano prodotti per la skin care con lo zafferano che sono capaci di contrastare i radicali liberi, proteggere la cute dallo smog e dallo stress, favorire il ricambio cellulare e mantenere la tonicità della pelle.
Vendere zafferano non significa solamente commerciare gli stimmi. Esistono numerosi altri prodotti che si possono ottenere con questa spezia. Se vuoi approfondire l’argomento, leggi Coltivare Zafferano per Profitto e scopri come avviare la tua impresa.
]]>Hai mai pensato di coltivare la lavanda?
Questa pianta è una delle più apprezzate al mondo. Il suo successo si lega al suo profumo ricco e rilassante ma anche alle numerose proprietà benefiche che possiede.
Non è strano trovare prodotti a base di lavanda ai mercatini, nelle profumerie e nei negozi specializzati nel benessere, anche bio.
Considerata tra le fragranze della Provenza, è molto amata perché è in grado di trasformare completamente un giardino ma anche un ambiente casalingo.
In realtà non è una pianta esclusiva della regione storica della Francia ma può essere coltivata in molti altri luoghi, specialmente nelle zone del Mediterraneo.
Vuoi provare anche tu a far crescere questa splendida pianta? Ecco 5 motivi per coltivarla.
In precedenza abbiamo già affrontato alcune coltivazioni da reddito. La lavanda è una di queste.
Questa pianta è in grado di farti guadagnare bene con un investimento alla portata di tutti. Non servono strumenti particolari per farla crescere, solo attenzione e naturalmente un po’ di competenza che si acquisisce con lo studio.
Se è il tuo desiderio, puoi avviare una vera e propria attività produttiva basandoti solamente sulla tua lavanda coltivata. La gente ama questa pianta e, con i giusti strumenti, potrai anche tu conquistarti la tua piccola fetta di mercato.
Il secondo motivo per cui ti consiglio di coltivare lavanda riguarda la facilità con la quale è possibile farla crescere. Essa è capace di adeguarsi a diversi climi e si è notato che quello Mediterraneo è particolarmente adatto a lei. In Piemonte, in Lombardia e in Veneto puoi incrociare meravigliosi campi di lavanda, che molto spesso mostrano tutta la loro bellezza a ridosso dell’estate.
La lavanda inoltre non ha bisogno di un terreno particolare e sopravvive bene anche da sola, senza particolari cure.
In più, cosa molto importante se pensi ad una coltivazione da reddito, questa pianta è facile da moltiplicare per talea. La possibilità di avere successo è quasi assicurata. Grazie a ciò potrai ampliare la tua coltivazione da solo, facendo solo un piccolo investimento all’inizio.
La lavanda viene usata veramente dappertutto. Complice il boom dello stile provenzale, questa pianta non solo è venduta nella sua forma originale, ma può essere declinata in numerose soluzioni che toccano vari settori, dalla casa, al benessere, alla cucina fino al settore della profumeria.
Attraverso numerose tecniche, alcune delle quali puoi trovare anche online, potrai ottenere saponette alla lavanda, maschere di bellezza, olio essenziale, candele profumate, sacchetti profuma cassetti, bomboniere e molto altro.
La lavanda non è solo bella ma, come molte altre piante officinali, possiede tante proprietà che la rendono benefica e capace di alleviare diversi disturbi.
Non è strano utilizzare il suo olio essenziale per dormire bene poiché è in grado di conciliare il sonno e ridurre l’insonnia. Questo grazie alle sue proprietà sedative e calmanti.
Ha anche proprietà antiossidanti, che aiutano a contrastare i segni dell’invecchiamento, a mantenere la pelle giovane e luminosa. Utile anche per i più giovani, poiché la sua caratteristica antimicrobica le permette di ridurre l’acne.
Infine non si può menzionare la bellezza della lavanda. Il suo colore delicato e romantico, che si presenta in diverse sfumature, è in grado di abbellire un giardino o un prato.
Questa pianta è molto scenografica e lascia a bocca aperta chiunque la osservi. Forse è proprio per questo che così tanti turisti accorrono ad ammirarla quando fiorisce nei campi della Provenza.
Questi sono 5 motivi per coltivare la lavanda. Se vuoi approfondire la conoscenza di questa pianta e i numerosi vantaggi che può portare alla tua attività, ti consigliamo il libro Coltivare Lavanda per Profitto, disponibile su amazon.it.
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Non voglio annoiarti passando in rassegna i numeri del mercato dello zafferano.
Ti basti sapere che il maggior produttore di zafferano mondiale è l’IRAN, che produce il 90% dello zafferano presente oggi sul mercato.
A seguire ci sono India, Grecia, Azerbaijan, Marocco, Spagna e Italia.
E’ ovvio che in Iran, i costi di produzione sono decisamente più bassi. Nessuna azienda cosiddetta “occidentale”, potrebbe competere con un modello produttivo del genere. Quantomeno non a livello di prezzo.
In questo contesto, la buona notizia è che il consumo di zafferano è in continua crescita, e soprattutto, l’offerta di mercato oggi, non riesce a soddisfare pienamente la crescente domanda dei consumatori.
In generale si osserva che vi è una maggiore attenzione e consapevolezza nell’uso della spezia. In particolare, il consumatore è più esigente rispetto al passato.
Oggi, l’attenzione per la qualità del prodotto, può realmente fare la differenza in questo mercato.
Si osserva inoltre che il modello di business è costituito a livello mondiale (Iran incluso) da una rete di aziende agricole a gestione familiare che coltivano zafferano su estensioni mediamente piccole (massimo un ettaro).
La produzione di zafferano per azienda è di qualche chilo al massimo.
Anche in Italia la produzione nazionale non riesce a soddisfare la domanda di mercato. Si produce realmente poco zafferano rispetto all’effettiva richiesta dei consumatori.
Quindi, ti starai chiedendo … la soluzione è produrre più zafferano?
Mi dispiace, purtroppo non è così semplice.
Infatti, la richiesta extra non soddisfatta dalla produzione nazionale viene già colmata attraverso l’importazione di zafferano dall’estero.
Le grandi aziende italiane del settore, acquistano lo zafferano dall’estero a prezzi stracciati, lo confezionano in Italia e lo rivendono attraverso la grande rete di distribuzione dei centri commerciali … a prezzi molto competitivi.
Le piccole aziende italiane sono pressoché tagliate fuori da questo mercato, sia per i costi di produzione, sia per l’incapacità di comunicare in modo efficace la maggiore qualità del proprio zafferano.
Attualmente il mercato è composto da 4 figure principali che producono e commercializzano lo zafferano in Italia.
La prima è costituita dalle grandi aziende di import/export, che come abbiamo visto importano e confezionano lo zafferano in Italia e lo rivendono attraverso la rete di distribuzione nazionale e non solo.
La verità è che molte di queste aziende non sono neppure così grandi, ma semplicemente hanno creato un brand e avviato la vendita in Italia dello zafferano importato dall’estero. Alcune importano dall’Iran e vendono in tutta Europa. Negli Stati Uniti, dove si produce zafferano solo in alcuni stati, è una prassi consolidata quella di acquistare le spezie dall’estero per rivenderle in loco. Se hai già una rete di vendita consolidata, potresti prendere seriamente in considerazione questa opzione.
Un gradino più in basso, troviamo i consorzi o le cooperative agricole, che hanno anch’essi investito nella creazione di un marchio privato, ma vendono lo zafferano nazionale prodotto dalla rete dei consociati … Per fare un esempio, lo zafferano dell’Aquila, è il consorzio o marchio di riferimento dei produttori diretti della piana di Navelli in Abruzzo. Ogni coltivatore appartenente al consorzio, cede ad esso lo zafferano prodotto, che viene confezionato e venduto sotto il brand “Zafferano dell’Aquila”.
Se stai iniziando ora a coltivare zafferano, potrebbe essere una buona idea contattare un consorzio con cui collaborare. I guadagni non sono altissimi, ma almeno sai già a chi vendere il prodotto (di questo, ne parliamo fra poco, nella sezione dedicata ai coltivatori diretti). Se nella tua regione non esiste un consorzio, potresti pensare di crearne uno tu. In alternativa, puoi sempre iniziare creando un tuo marchio privato per raccogliere, oltre al tuo, anche lo zafferano di altri coltivatori, come spiegato nel punto seguente.
Infatti, le piccole aziende agricole indipendenti, vendono il proprio zafferano, attraverso il proprio marchio. Quelle migliori, talvolta, raccolgono anche lo zafferano dei coltivatori diretti della propria zona.
Infine, abbiamo la figura del coltivatore diretto. Ovvero colui che produce zafferano essiccato e lo vende in blocco al consorzio di riferimento oppure a un’azienda agricola proprietaria di un marchio. Il coltivatore diretto ha decisamente meno problemi perché riesce quasi sempre a vendere tutto lo zafferano prodotto, ma guadagna molto meno rispetto alle altre figure del mercato.
Probabilmente ora ti starai chiedendo …. Qual’è il giusto modo di entrare nel mercato dello zafferano?
Beh … Se parti da zero e … coltivi per hobby, non devi assolvere a nessuna pratica amministrativa o fiscale. Puoi coltivare liberamente zafferano senza nessun problema. In teoria potresti coltivare un ettaro di terreno per uso personale e regalare il prodotto.
Però ... dal momento in cui inizi a vendere, per legge invece, devi avere una partita IVA.
In questo caso puoi aprirla come coltivatore diretto e beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per la categoria.
Man mano che cresci di fatturato, poi trasformare lo status della tua impresa agricola e acquisire le autorizzazioni necessarie per confezionare in proprio e vendere la spezia ai consumatori diretti.
Per arrivare a certi livelli di fatturato però, devi necessariamente sviluppare una rete di vendita. Qui entra in gioco la capacità di vendere e la necessità di acquisire le competenze giuste per fare il salto di qualità.
In contesto, la conoscenza del marketing in agricoltura diventa una risorsa fondamentale per vendere non solo lo zafferano, ma qualsiasi prodotto agricolo.
Il marketing per l'azienda agricola, è importante quanto coltivare il terreno e renderlo fertile.
Per questo abbiamo realizzato il video corso "Lo Zafferano Verde" per imparare a coltivare e vendere con successo il Tuo Zafferano!"
Nel prossimo articolo della categoria "Marketing Agricolo" approfondiremo un aspetto molto importante, ovvero: "Come rendere il tuo zafferano visibile ai consumatori per differenziarti dalla concorrenza ..."
Se hai domande circa questi argomenti, inserisci un commento sotto a questo post, oppure tramite la nostra pagina contatti.
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Lo zafferano toscano è una spezia pregiata che è riuscita a conquistarsi un posto nell’Olimpo delle spezie italiane.
Questo alimento dai molteplici benefici non solo è un insaporitore prelibato, capace di donare personalità e un gusto esotico a tanti piatti della tradizione italiana. Fin dall’antichità era usato anche come rimedio per molti mali e oggi le sue proprietà officinali sono riconosciute e impiegate per la preparazione di rimedi erboristici e non.
Ma qual è la storia dello zafferano toscano? Perché è così famoso?
Secondo diverse fonti la presenza e la coltivazione dello zafferano in Toscana si attesta già attorno al XIII secolo. Bisogna precisare che vi erano diversi territori che si occupavano della produzione e vendita di questa preziosa spezia; tali territori attualmente si associano a differenti varietà locali di zafferano.
Nello specifico, le zone divenute celebri grazie alla spezia, sono le Colline Fiorentine, la Maremma, San Gimignano e Val d’Orcia.
L’attestazione della coltivazione della pianta in questo territorio è arrivata fino a noi grazie a numerosi contratti di mezzadria e pratiche di mercatura. Nel 1400 vi erano delle pene ufficiali per coloro che danneggiavano con il bestiame le vigne e gli “zafferani”.
La coltivazione dello zafferano sembrava molto importante per la popolazione locale, tanto che tra il 1300 e il 1350 quasi la metà delle famiglie che vivevano nella zona collinare vendevano la spezia.
Curioso sapere che diversi proprietari terrieri offrivano come pagamento ai mezzadri i crochi di zafferano.
Firenze era una città celebre particolarmente importante a livello politico, sociale e culturale. Per questo era uno snodo commerciale molto visitato. Alcune fonti affermano che mercanti da tutta Europa arrivavano nella città per acquistare lo zafferano del territorio, chiamato “Zima di Firenze”.
Oggi lo zafferano delle Colline Fiorentine è molto rinomato e viene venduto in stimmi integri e sottoposti a tostatura.
Un altro zafferano toscano molto apprezzato è quello di San Gimignano DOP. Prodotto solo in questa zona della provincia di Siena, è una spezia di un colore che tende al rosso-arancio e dal sapore particolarmente intenso.
La coltivazione segue procedure antiche e tradizionali e molte operazioni sono completate a mano. Nell’antichità questo zafferano era così celebre da essere esportato in diverse città importanti, come Genova e Pisa, ma anche in luoghi molto lontani come l’Africa e i paesi d’oriente. La spezia era impiegata principalmente in cucina e in medicina ma anche in ambiente artistico come pigmento per la pittura.
Oggi il prodotto è commercializzato principalmente in contenitori di vetro che devono essere conservati lontano da fonti di luce e calore. Il prodotto dovrebbe essere consumato entro un anno dall’acquisto.
Una terza varietà da menzionare è lo zafferano purissimo di Maremma. Questa spezia è coltivata esclusivamente all’interno del territorio della provincia di Grosseto e si presenta come un prodotto tradizionale, parte della cultura locale fin dal Medioevo. Nel Comune di Campagnatico veniva inizialmente impiegato come tinta ma non era strano vedere il suo utilizzo come insaporitore nei piatti domestici. Molti orti privati fino a poco tempo fa dedicavano uno spazio allo zafferano, oltre che al rosmarino e prezzemolo.
La Toscana è una regione che accoglie diverse tradizioni legate allo zafferano. Tra queste non può mancare quella gastronomica, e più precisamente quella dolciaria. Tra i prodotti tipici da menzionare vi è la Panina del Casentino, un pane dolce dal caratteristico colore giallo, preparato solitamente in occasione della Pasqua. Questo pane viene preparato con farina, uvetta, lievito e naturalmente zafferano.
La zafferano toscano è una spezia la cui tradizionale produzione è stata preservata nei secoli. Se ti è piaciuto l’articolo e vuoi saperne di più sullo zafferano, leggi il nostro libro "Coltivare Zafferano per Profitto"
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Lo zafferano sardo è un prodotto di antica tradizione che nei secoli si è affermato sia in Italia che a livello internazionale.
Questa spezia dal colore vivido e dal sapore esotico è uno dei tanti vanti della Sardegna che, insieme ad alcune altre regioni italiane, è una delle maggiori e migliori produttrici di zafferano.
Tale alimento presenta delle caratteristiche specifiche che ne valorizzano le proprietà e l’aroma e viene sottoposto ad un metodo di coltivazione e raccolta particolarmente rigido.
Se vuoi conoscere l’origine di questa profumata spezia e le tecniche usate per coltivarla in Sardegna, continua a leggere questo articolo.
Molto probabilmente furono i Fenici ad introdurre l’uso dello zafferano nell’isola. La spezia non era solamente un aroma alimentare da usare in cucina ma un prodotto dai mille usi ricco di proprietà che lo rendevano pregiato come l’oro (non a caso viene chiamato oro rosso).
Nel corso dei secoli, la Sardegna fu influenzata dai domini punici e romani e lo zafferano cominciò ad essere impiegato nella medicina e nella tintoria. Le prime fonti storiche certe che permettono di individuare l’uso della spezia nell’isola arrivano solo XIV secolo. Infatti è arrivato a noi un documento del Porto di Cagliari che regolamentava l’esportazione degli stimmi di zafferano.
Oggi la spezia continua ad essere un fiore all’occhiello dell’isola, tanto da aver ricevuto il riconoscimento di denominazione di origine protetta (DOP). Lo zafferano sardo è inoltre molto presente nella tradizione gastronomica regionale e a lui è dedicata una sagra autunnale a Turri, San Gavino Monreale e Villanovafranca.
Essendo un prodotto DOP, esiste una disciplinare esaustiva e precisa che illustra il metodo di ottenimento dello zafferano sardo. Chi coltiva questo prodotto deve mettere a dimora i bulbi in un periodo specifico, ovvero entro il 15 di settembre.
Il terreno utilizzato per la coltivazione dev’essere ben drenato e sciolto; inoltre non è possibile reimpiantare i bulbi nello stesso terreno a meno che non siano passati 4 anni.
Per quanto riguarda la concimazione, può essere fatta con fertilizzanti da agricoltura biologica. Il terreno può essere poi nutrito optando per una leguminosa da granella precedente la coltivazione dello zafferano.
Infine, i bulbi devono provenire da zone specifiche, ovvero il territorio dei Comuni di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca.
La raccolta degli stimmi è molto simile a quella di altre Regioni ma presenta alcune sostanziali differenze. La fioritura avviene in un periodo compreso tra 15 ottobre e 30 novembre e i fiori devono essere raccolti nelle prime ore del giorno. Questa operazione, così come la separazione degli stimmi, solitamente è fatta a mano, per evitare di danneggiare il raccolto.
Prima dell'essiccazione, gli stimmi vengono sottoposti ad un’operazione tradizionale; essi sono umettati con olio extra vergine di oliva di provenienza sarda. L’azione viene fatta a mano, usando i polpastrelli.
In seguito gli stimmi sono essiccati su supporti che possono essere di legno o carta.
Allo zafferano sardo DOP è stata riconosciuta un’elevata capacità colorante, un sapore deciso ed intenso e un colore particolarmente vivido. Questo perché al suo interno safranale, crocina, picrocrocina e glucoside amaro sono presenti in quantità superiori alla media.
Questa spezia saporita e molto amata nei secoli è entrata a far parte della gastronomia tradizionale. Molti piatti tipici sardi contengono infatti zafferano. Alcuni esempi sono i malloreddus e la fregua.
Lo zafferano della Sardegna viene conservato in contenitori di acciaio inox, vetro o latta e venduto in stimmi, per preservarne le proprietà e le qualità.
Prodotto dalle origini antiche, che viene coltivato oggi con passione, seguendo le regole dell’antica tradizione, lo zafferano sardo è una spezia aromatica e brillante, dalle molteplici proprietà.
Se anche tu sei affascinato dalla coltivazione di questo splendido prodotto e vorresti saperne di più, leggi il nostro libro Coltivare Zafferano per Profitto.
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Quando si parla di zafferano si pensa ad una spezia esotica che proviene da lontano. Non è errato ma è altrettanto vero che ormai la coltivazione di questo pregiato alimento avviene con successo anche in Italia. Lo zafferano abruzzese, ad esempio, e in particolare quello dell’Aquila, è un prodotto d’eccellenza che nel 2005 è stato iscritto nel Registro delle Denominazioni d’Origine Protetta.
Qual è il segreto di questa spezia? Quali sono le caratteristiche che hanno consentito alla terra abruzzese di accogliere e coltivare con successo questa pianta preziosa e delicata?
Continua a leggere l’articolo se vuoi scoprirlo.
Lo zafferano non è un prodotto che si è legato recentemente all’Abruzzo. Questo territorio infatti fin dall’antichità coltivava e commercializzava la spezia. Il cosiddetto oro giallo ha fatto sviluppare e arricchire diverse città del territorio, compresa l’Aquila. Nel XIII secolo, poco dopo la sua fondazione per volere di Federico II, l’Aquila riuscì a distinguersi proprio per la produzione di zafferano, coltivato nella zona dell’Altopiano di Navelli.
In poco tempo quest’attività si diffuse in altre aree interne del territorio abruzzese. Venne a crearsi un commercio fruttuoso con altre importanti città italiane come Milano e Venezia; ma non solo, anche importanti snodi commerciali esteri come Francoforte si interessarono presto alla spezia dell’Abruzzo.
Oggi la coltivazione dello zafferano è tornata a far parlare di sé. Grazie al mantenimento di una tradizione antica e al crescente interesse per le colture locali, la spezia abruzzese è riuscita a guadagnarsi il riconoscimento D.O.P.
Lo zafferano abruzzese viene coltivato in diverse zone della Regione: la provincia dell’Aquila, Navelli, Barisciano, Fagnano, Caporciano, Molina Aterno, Fontecchio, Prata d’Ansidonia, Poggio Picenze, San Demetrio nei Vestini, Tione degli Abruzzi, S. Pio delle Camere e Villa Sant’Angelo.
La spezia viene coltivata, raccolta e lavorata attraverso processi metodici e attenti che si possono suddividere in tre fasi stagionali. Durante la primavera gli agricoltori arano i campi fino a 30 cm di profondità. Il terreno viene concimato solo con fertilizzanti naturali e si applica la rotazione colturale.
Durante l’estate, tra luglio e agosto, i bulbi della fioritura precedente vengono dissotterrati e controllati a mano. I migliori, solitamente i più grandi, vengono trapiantati nei solchi del terreno preparato in primavera. I bulbi possono essere disposti a coppie o in file. La raccolta infine avviene a ottobre e può capitare anche all’inizio di novembre.
La spezia prodotta in Abruzzo presenta delle caratteristiche di qualità a livello organolettico e i bulbi in genere crescono molto bene. Il merito deve andare al clima e al territorio. L’Altopiano di Navelli, ad esempio, ha un terreno ricco di minerali utili allo sviluppo della pianta. Inoltre la zona è in pendenza e questo ostacola il ristagno dell’acqua, pericoloso per la buona riuscita di una coltivazione.
In più l’area gode di estati asciutte e primavere temperate e piovose; un clima perfetto per la crescita dei bulbi.
Il prodotto finale ha un sapore poco amaro e dalle caratteristiche equilibrate. Il suo colore è vivido e il suo aroma intenso.
Lo zafferano abruzzese è una spezia tra le più celebri al mondo. La sua coltivazione è laboriosa ma soddisfacente. Se vuoi iniziare anche tu a coltivare questa pianta e vuoi saperne di più, leggi il nostro libro “Coltivare Zafferano per Profitto" e scopri i segreti dell’oro giallo.
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Negli ultimi anni la coltivazione dello zafferano si è fatta strada in molte regioni d’Italia. I fattori climatici favorevoli e l’interessante mercato della spezia ha spinto molti agricoltori ad approcciarsi a questa pregiata pianta. I bulbi di zafferano sono certamente i protagonisti della coltivazione; la loro salute e la loro qualità influiscono fortemente sull’eccellenza del prodotto finale.
Con questo articolo si vogliono approfondire le caratteristiche e i costi di questi preziosi elementi della pianta.
Il bulbo del crocus sativus ha un diametro che si aggira tra 2,5 cm e i 3,5 cm, ma talvolta può superare anche i 5 cm. Sul mercato è possibile trovarne anche di 8 cm.
Ha una forma simile a quella di un cipollotto e al suo interno contiene 20 gemme. Alcune di queste stanno all’origine dei fiori mentre le altre, solitamente quelle più piccole, producono bulbi utili per la nuova stagione.
La dimensione è molto importante perché più sono grandi, più c’è la possibilità di sviluppare fiori. In genere quelli che hanno un diametro inferiore ai 2,5 cm vengono scartati, anche se possono essere piantati per dare origine a bulbi più grandi.
Il colore invece è bianco. Il bulbo è rivestito di uno strato marroncino chiamato tunica. Presenta anche un ciuffetto presente sulla parte superiore.
I bulbi di zafferano possiedono un altro nome, da considerare più corretto: cormi. Essi infatti hanno caratteristiche che ricordano anche i tuberi, oltre ai bulbi.
I cormi di zafferano possono avere provenienza estera e italiana. Le Regioni più attive da questo punto di vista commerciale sono l’altopiano di Navelli, in Abruzzo, la Sardegna, la Toscana, le Marche e l’Umbria. I bulbi internazionali più noti e acquistati sono invece quelli olandesi e spagnoli ma anche provenienti dalla Grecia e dalla Francia.
I costi possono risultare differenti e, inoltre, è possibile acquistare questi prodotti anche online. Naturalmente è importante accertarsi che le aziende siano certificate. In alternativa è possibile affidarsi ad aziende più vicine geograficamente, in modo da poterle raggiungere e acquistare i cormi di persona.
Se vuoi avviare uno zafferaneto, ricorda che lo zafferano è una pianta resistente che non ha bisogno di molta acqua e che si adatta bene al clima italiano. La raccolta dei bulbi avviene nel periodo che intercorre tra luglio e agosto. In genere vengono piantati subito dopo, tra agosto e settembre, e per questo molte volte è importante prenotarli per tempo.
Un altro fattore che interessa molto gli agricoltori è quello del costo dei cormi. Non vi è un vero e proprio prezzo standard perché vi sono diversi fattori che influenzano il costo finale. Un esempio è la dimensione Come già detto, un bulbo piccolo rende di meno rispetto ad uno grande ed è per questo che il suo prezzo potrebbe risultare minore.
Il numero è un altro elemento che può cambiare il costo dell’acquisto. Come molti altri prodotti, la compera all’ingrosso in genere risulta più economica rispetto a quella al dettaglio.
Per avere un esempio sott’occhio, si può dire che il costo di un bulbo può variare dai 0,30 centesimi fino a 1 euro.
Queste sono le caratteristiche e i costi dei bulbi di zafferano. Queste informazioni ti sono state utili?
Se desideri avviare anche tu una coltivazione, approfondisci il tema leggendo il nostro libro “Coltivare Zafferano per Profitto”.
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Lo zafferano è una delle spezie più amate al mondo, nonché una delle più costose. Da diversi anni ormai la sua coltivazione è stata introdotta anche in Italia. La pianta si adatta bene al clima mediterraneo e, con le giuste accortezze, è possibile ottenere un ottimo prodotto. Se ti stai approcciando per la prima volta a questo argomento, ti chiederai quali macchinari si devono usare per coltivare zafferano.
Per quanto riguarda la raccolta, tradizionalmente essa viene effettuata a mano. Anche la coltura non richiede generalmente l’uso di macchine poiché molti zafferaneti non sono di enormi dimensioni. Nel complesso si tratta di una serie di operazioni di manodopera specifiche e fatte con grande attenzione per evitare il danneggiamento e la perdita di qualità del bulbo e della pianta durante la sua crescita. La sempre maggiore richiesta commerciale e il desiderio di molti agricoltori e aziende di ampliare questa coltura, nonché renderla più agevole, ha però fatto nascere alcuni progetti innovativi di meccanizzazione della coltura.
Vediamo ora i macchinari che attualmente possono contribuire a rendere più semplice coltura e raccolta.
La lavorazione del terreno è una delle fasi più faticose della coltivazione e certamente quella che può essere più facilmente meccanizzata. La pianta di zafferano necessita del terreno giusto per poter crescere bene e per tale motivo l’operazione di preparazione è fondamentale. Le macchine utilizzate per fare questo tipo di lavoro sono le baulatrici e le pacciamatrici.
Una baulatrice regolabile consente il ricircolo dell’aria e dell’acqua, prevenendo quindi il ristagno, e contribuisce allo sviluppo della pianta. Essa offre numerosi vantaggi; il primo è la fertilità della coltivazione. Infatti, attraverso il già citato ricircolo, protegge piante e bulbi da malattie incurabili che rovinano la coltura. Grazie all’eliminazione del ristagno idrico, lo zafferano è in grado di svilupparsi nel migliore dei modi e presentare una qualità intatta.
Il secondo vantaggio è il risparmio di tempo. La baulatrice è difatti una macchina trainata che svolge un’importante operazione che trasforma il terreno. Quest’ultimo, al passaggio del macchinario, presenta i bauli, ovvero porzioni di terreno rialzato, e carreggiate laterali per il deflusso dell’acqua in eccesso.
La macchina pacciamatrice ha lo scopo di agevolare la pacciamatura, ovvero la protezione delle piante dalle erbe infestanti attraverso la distesa sul suolo di materiali protettivi. Questo strumento ripara le piante e il terreno anche dagli avvenimenti climatici avversi. La macchina si usa per stendere il materiale protettivo, come i fogli di polietilene a struttura porosa. Questo permette di mantenere il terreno ad una temperatura adeguata anche in inverno, nonché di proteggerlo dall’umidità.
Oltre ai classici macchinari utilizzati per molte colture, negli ultimi anni sono stati realizzati dei prototipi specifici per lo zafferano. Tra i più recenti c’è la trapiantatrice per bulbi di zafferano progettata grazie alla collaborazione tra l’Associazione Produttori Zafferano Italiano e l’azienda F.lli Spedo. La società meccanica ha preso come base una trapiantatrice per patate e l’ha adattata allo zafferano.
La macchina è stata già messa alla prova e ha ottenuto degli ottimi risultati. Il trapianto dei bulbi è tra i processi più faticosi della coltivazione. Forse in un futuro non troppo lontano tutti potranno utilizzare una versione ottimizzata della trapiantatrice per bulbi di zafferano.
Da menzionare anche un paio di prototipi pensati dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Cagliari. Questi macchinari sono specifici per un’altra fase della coltura, ovvero la raccolta. Essa è molto delicata e il fiore viene colto esclusivamente a mano.Il dispositivo dell’Università, che attualmente ha già una sua versione più aggiornata e precisa, è uno strumento portatile che con una “mano meccanica” stacca il fiore e lo aspira in un dispositivo. Naturalmente il tutto è ancora in fase di sviluppo ma in futuro si potranno vedere i frutti di queste interessanti idee.
Se ti è piaciuto questo articolo e vorresti approfondire il tema, ti consigliamo di leggere il nostro libro “Coltivare Zafferano per Profitto”, dove troverai molte risposte ai tuoi dubbi.
I macchinari per coltivare zafferano possono rivelarsi un valido aiuto per la coltivazione, capaci di semplificarla e renderla più agevole.
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Lo zafferano è una spezia saporita e salutare che molti italiani usano in cucina. Si tratta di un ingrediente particolarmente pregiato e, anche se si trova facilmente in commercio, è importante accertarsi che sia sempre di prima qualità. Il suo alto costo è legato alla lunga e complicata procedura di coltivazione e lavorazione.
Tutti possono approcciarsi alla coltivazione di tale pianta ma realizzare uno zafferaneto richiede investimenti, tempo e attenzione. Con questo articolo vogliamo approfondire la fase della raccolta dello zafferano, che richiede cura e operazioni ben precise.
Prima di analizzare la procedura di raccolta, è importante conoscere la conformazione del fiore di zafferano, in modo da comprendere quando e come raccoglierlo. La pianta, conosciuta con il nome scientifico di crocus sativus, si compone di un bulbo che, una volta interrato e fatto crescere, sviluppa foglie e fiori.
Questi ultimi hanno sei petali e sono di un vivido colore viola. Hanno due antere gialle di polline e tre stimmi di un bel rosso brillante. Gli stimmi sono gli elementi lavorati per ottenere la spezia e si può capire, dal loro esiguo numero, il perché essa sia così preziosa.
Il fiore di zafferano esce dal terreno ricoperto da una membrana bianca molto sottile, che si apre lasciandolo libero. Il fiore è sterile e infatti la riproduzione avviene attraverso i bulbi. Proprio per tale motivo è impossibile trovare in natura il crocus sativus. Si possono invece osservare altre specie di crochi, che però non sono commestibili e talvolta letali per l’uomo.
L’autunno è la stagione della fioritura dello zafferano. In genere i fiori si raccolgono tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. La procedura per farlo è precisa e richiede pazienza e attenzione. Infatti la raccolta avviene in un tempo brevissimo, ovvero venti giorni, e solo in un determinato momento della giornata; si tratta dell’alba. Il motivo è perché la luce del sole fa schiudere i fiori e gli stimmi invece devono essere presi prima che questo accada. Tutto ciò per preservarne la qualità e il sapore. L’umidità infatti è nemica dello zafferano e i petali chiusi, proprio come uno scudo, proteggono gli stimmi da essa.
Solitamente si raccolgono i fiori interi e non solo i pistilli. Essi vengono posti in ceste di vimini e poi sottoposti a mondatura. L’intero processo viene eseguito a mano. Nella storia della raccolta dello zafferano, sono state sempre le donne a svolgere questo lavoro perché hanno mani più piccole e più adatte a mantenere intatto il raccolto.
Come raccogliere lo zafferano
Come già detto, i fiori dello zafferano si raccolgono a mano. Per far asciugare i petali bagnati dalla rugiada, nel cesto possono essere posizionati dei fogli di scottex o carta assorbente. I crocus fioriscono in giorni diversi, per cui è molto importante prestare molta attenzione durante le due settimane dedicate alla raccolta. Con la mano si può cogliere il fiore dalla base, evitando di strappare i fili verdi e rovinarlo.
E la conservazione?
A seguito della raccolta, l’agricoltore si occupa della mondatura e poi dell’essiccazione. Per quanto riguarda la conservazione, è importante tenere gli stimmi lontano dall'umidità, in un posto asciutto e al riparo dalla luce. La spezia soffre anche a causa del calore e, se viene conservata alla perfezione, può mantenersi anche fino a quattro anni.
Questo è quello che c’è da sapere sulla raccolta dello zafferano. Se sei interessato a questa coltivazione e vorresti approfondire il tema, dai un’occhiata al nostro libro "Coltivare Zafferano per Profitto".
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Lo zafferano può adattarsi a differenti ambienti e terreni ma come tutte le colture può andare incontro a rischi di differente natura, ovvero climatica, legata alla fauna e alle patologie delle piante. Con questo articolo vogliamo approfondire in particolare le malattie dello zafferano, che possono colpire i bulbi e la pianta e che, se non riconosciute e trattate, sono in grado di danneggiare l’intero zafferaneto e ostacolare la produzione della spezia.
Il coltivatore dello zafferano deve pensare che le proprie piante nel corso del proprio sviluppo possono subire attacchi da numerosi agenti patogeni che si vengono a formare a causa di differenti fattori. In genere bisogna prestare attenzione a batteri, virus e malattie crittogame, ovvero i funghi. Proprio questi ultimi sono i peggiori nemici della pianta ed è necessario fare il possibile per prevenire il loro formarsi e, in caso di malattia, eliminare tempestivamente il prodotto danneggiato per evitare il propagarsi del disturbo.
Le spore fungine emergono in presenza di un ambiente adeguato al loro sviluppo, ovvero un terreno umido e con ristagni d’acqua, ricco di microrganismi, alcuni funzionali alla crescita dello zafferano, altri invece dannosi.
Anche se non sempre è fondamentale identificare esattamente il fungo che ha attaccato il bulbo o la pianta, può essere molto utile conoscerne la tipologia e i sintomi a essa associati, in modo da accorgersi grazie all’osservazione di eventuali problematiche.
Vediamo ora le malattie più comuni che colpiscono lo zafferano.
Giallume dello zafferano
Il fusarium oxysporum f. sp. gladioli, conosciuto anche come giallume dello zafferano, è il nome di una fitopatia che aggredisce il bulbo. Quest’ultimo assume un colore brunito e comincia a marcire. Essendo interrato, non è possibile osservare questo cambiamento a occhio nudo ma in realtà anche la pianta subisce dei mutamenti; la guaina fogliare si sviluppa in maniera anomala e la differenziazione dei fiori viene ostacolata. Il fusarium attacca solitamente a settembre e ottobre ma può capitare che lo faccia anche nei mesi primaverili. Infatti un clima moderato e umido contribuisce alla sua manifestazione.
Rhizoctonia violacea
Questo fungo è tra quelli che risultano maggiormente dannosi per lo zafferano. Provoca una malattia conosciuta anche come mal vinato e ha due fasi di sviluppo; inizialmente si presenta sul bulbo come una muffa sottile di colore bluastro. In seguito il bulbo si ricopre di piccole verruche di una tonalità violacea. Provvedi immediatamente a rimuovere la pianta colpita per evitare maggiori danni. Avrai una conferma della malattia osservando bene il bulbo, che sarà marcio ed emanerà un cattivo odore di muffa.
Phoma crocophila
La phoma crocophila è un’infezione che causa al bulbo delle placche regolari e di colore nero che coprono il tessuto malato, capace di far morire lentamente il tubero e svuotarlo, lasciando solo le tuniche. La malattia viene chiamata anche carie dello zafferano e si presenta in condizioni climatiche specifiche, ovvero piovosità e temperature alte.
Penicillium corymbiferum
Questo fungo colpisce i bulbi sia in campo sia durante la loro conservazione prima dell’impianto. Infatti predilige ambienti umidi e provoca un marciume secco pieno di screpolature, oltre che muffa. Se si sviluppa dopo l’impianto, puoi riconoscerlo osservando le foglie della pianta, che tendono a ingiallire.
Non esiste una risoluzione specifica per questi tipi di problemi; una volta colpito, il bulbo può essere solamente eliminato con tempestività perché non ci sono prodotti capaci di farlo guarire. Per evitare queste spiacevoli sorprese può essere utile fare prevenzione, ad esempio attraverso un trattamento pre-impianto con soluzioni fungicide. Se invece sei interessato alla coltivazione dello zafferano biologico, puoi affidarti all’osservazione e all’applicazione di tecniche preventive in grado di preservare la salute della pianta. Ad esempio ti conviene fare attenzione al terreno e cercare in tutti i modi di evitare ristagni, oppure non essere disattento nella scelta dei bulbi, che devono essere di qualità e di sicura provenienza.
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Lo zafferano è una spezia delicata e saporita che regala un gusto esotico e particolare a molti piatti della tradizione italiana e internazionale. Primi, secondi e dolci si accostano bene a questo insaporitore naturale e ricco di proprietà. Attenzione però alla qualità di questo pregiato prodotto, che talvolta può rivelarsi di scarso valore benefico perché mischiato con tinture o con spezie meno preziose oppure coltivato e lavorato con agenti chimici e non sicuri. Lo zafferano biologico proveniente da agricoltura controllata è un’ottima scelta che è garanzia di salute e benessere.
I prodotti italiani sono certamente sottoposti a controlli rigorosi e la minore distanza che li separa da te, che sei consumatore finale, aiuta a conoscerne meglio le caratteristiche e la qualità. Ma cos’è esattamente lo zafferano biologico, e come si ottiene?
Continua a leggere quest’articolo per saperne di più.
Quando si parla di zafferano biologico bisogna prendere in considerazione diversi processi che portano al prodotto finale, dalla coltivazione alla lavorazione. In genere i pistilli vengono raccolti a mano e non si utilizzano diserbanti o altri elementi chimici e tossici nel corso della coltivazione. Anche l’essiccazione viene fatta quasi immediatamente, per evitare contaminazioni esterne. Ogni step viene fatto nel rispetto dell’ambiente e seguendo procedimenti manuali e naturali. Ma partiamo dalla procedura principale che può definire la spezia come biologica, ovvero il metodo di coltivazione.
Agricoltura biologica
L’agricoltura biologica è un metodo di coltivazione che rispetta l’ambiente e produce alimenti con processi e sostanze naturali. Essa segue dei principi precisi, ovvero il divieto di ogm, la limitazione o assenza di sostanze chimiche come i pesticidi e diserbanti, l’applicazione della rotazione delle colture e l’utilizzo di specie vegetali che possono adattarsi all’ambiente. Per quanto riguarda lo zafferano, attualmente è coltivato con successo in numerose regioni d’Italia. Se vuoi conoscere le sue caratteristiche e il suo ambiente ideale, puoi approfondire l’argomento leggendo il nostro libro “Lo Zafferano Vero”.
Lo scopo dell’agricoltura biologica è quello di contribuire al benessere ambientale e, di conseguenza, a quello dell’uomo. Nello specifico essa utilizza in maniera responsabile energia e risorse naturali, conserva gli equilibri ecologici regionali, mantiene la biodiversità, migliora la fertilità del suolo e mantiene la qualità delle acque. La qualità del prodotto finale, in questo caso lo zafferano, è legata indissolubilmente a questi fattori.
L’Unione Europea fornisce linee guida molto precise ed esegue un severo controllo sulle produzioni biologiche e questo contribuisce ad accrescere la fiducia dei consumatori e a rendere più trasparenti e sicuri i procedimenti che portano lo zafferano dal terreno al negozio.
Riconoscere lo zafferano biologico è abbastanza semplice perché il prodotto deve presentare il logo biologico (per quanto riguarda l’UE) che gli fornisce un’identità ben precisa e riconoscibile. Per mostrarlo è necessario richiedere un certificato biologico. Esso non è semplice da ottenere perché prende in considerazione diversi elementi e variabili che possono mettere in difficoltà anche gli agricoltori seri e dedicati ad una coltura il più naturale possibile. Ad esempio, puoi applicare le tecniche dell’agricoltura biologica e non ottenere il certificato perché hai un terreno in affitto e lo cambi spesso (e quindi può essere costoso e difficile analizzarlo sempre).
Vediamo quindi le caratteristiche del certificato biologico e perché non sempre è scontato che un’agricoltura bio sia legata a esso.
Ottenere un certificato biologico e mantenerlo è molto difficile e costoso, per questo non tutte le aziende agricole, specialmente quelle più piccole, decidono di richiederlo. Nonostante questo esse producono il proprio zafferano utilizzando tecniche agricole biologiche e naturali, come il sovescio, e prestano attenzione all’ambiente e all’ecosistema facendo scelte etiche e benefiche per la salute dell’essere umano e del territorio.
Se però hai deciso di investire sul certificato, sappi che certamente è un elemento in più che ti aiuta ad avvicinarti al consumatore e a rassicurarlo riguardo il tipo di prodotto che proponi.
Esistono degli enti preposti che si occupano di rilasciare questa tipologia di certificazione ed essa viene consegnata solo se il prodotto risponde a criteri rigidi e ben precisi, decisi dall’Unione Europea.
In Italia l’autorità che si occupa di certificazioni biologiche è il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) e il suo principale compito è il controllo, che effettua attraverso diversi organi delegati.
In conclusione, si può dire che lo zafferano biologico è un prodotto sicuro e salutare che certamente è capace di dimostrare ufficialmente la propria qualità rispetto ad un prodotto meno trasparente e di dubbia origine. Se il certificato biologico può essere un ottimo strumento, non è detto che sia alla portata di tutti gli agricoltori e le aziende impegnate a coltivare alimenti eccellenti in maniera naturale. Se, come consumatore, cerchi una spezia ricca di proprietà e dalle ottime caratteristiche, lo zafferano biologico è una scelta ideale. Lo stesso vale per chi vuole cimentarsi in questa coltura; le tecniche naturali e prive di pesticidi, che tengono conto delle peculiarità dell’ambiente e del terreno, contribuiscono all’ottimizzazione della produzione e al raggiungimento di una maggiore qualità della spezia.
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La coltivazione dello zafferano può regalare tante soddisfazioni ed è certamente affascinante agli occhi degli appassionati, di molti agricoltori e di chi ha deciso di dedicarsi ad un mestiere legato alla terra. Bisogna però fare alcune precisazioni perché il pregio e il prezzo di questa spezia sul mercato possono confondere e dare false speranze a chi pensa di arricchirsi velocemente e facilmente con uno zafferaneto.
Come tutte le produzioni agricole, anche quella dello zafferano comprende tutta una serie di fasi ed operazioni che hanno un costo di tempo e di denaro. Se hai intenzione di dedicarti a questa coltura e vuoi farti un’idea dell’investimento richiesto e del possibile guadagno, continua a leggere questo articolo.
Avviare uno zafferaneto non è un’impresa impossibile ma richiede un investimento iniziale che devi tenere a mente e inserire nel tuo business plan. Se hai dimestichezza con le attività agricole, puoi immaginare le spese da inserire all’interno del tuo piano: terreno, attrezzi, spese burocratiche, concimi, bulbi, etc.
Nello specifico, il costo d’avvio può essere suddiviso in due grandi gruppi: le spese agricole, che comprendono l’acquisto del terreno, dei bulbi e degli attrezzi, e le spese burocratiche, come l’apertura della partita IVA, l’istituzione dell’azienda agricola e la registrazione alla camera di commercio. Queste ultime operazioni possono essere un po’ più complicate se sei alle prime armi. In questo caso può essere utile rivolgersi a un centro di assistenza agricola.
In merito alle attrezzature, in genere all’inizio servono pochi macchinari come il motocoltivatore, che si può trovare in commercio per circa 1000 euro. Vediamo ora cosa prendere in considerazione per l’acquisto dei bulbi.
La fioritura dello zafferano è fondamentale per ricavare i pregiati stimmi, che stanno alla base per l’ottenimento della spezia. Il crocus sativus però non produce semi e, se vuoi avviare una coltivazione, devi obbligatoriamente procurarti dei bulbi. Questi ultimi sono gli elementi principali che consentono a un coltivatore di ottenere un buon risultato e guadagnare; per questo è importante valutarne la qualità, la dimensione e affidarsi a un fornitore serio e conosciuto. Il prezzo dei bulbi è abbastanza alto ma una volta ottenuti dei cormi sani e produttivi, la coltivazione risulterà più facile e fruttuosa.
Ora che abbiamo visto il costo dell’investimento iniziale, bisogna pensare alle spese incluse nelle operazioni che seguono la raccolta. Infatti le azioni da fare sono diverse e per portare il tuo prodotto nei negozi ti occorre pulire, essiccare, confezionare e stoccare lo zafferano. Per fare questo ti servirà forza lavoro, macchinari come l’essiccatore, un magazzino etc.
Oltre a ciò sarà necessario occuparsi o affidare a qualcuno tutta quella parte di marketing che consentirà alla tua azienda di essere conosciuta e al tuo zafferano di essere acquistato.
Fino ad ora abbiamo parlato dei costi, ma è possibile ricavare un buon reddito dalla coltivazione dello zafferano? In realtà non esiste una vera e propria risposta perché bisogna prendere in considerazione molti fattori. Come tutte le attività, è importante avere un piano ben strutturato e comprendere a fondo i costi e i ricavi del proprio lavoro per poter ottenere degli ottimi risultati.
Esistono comunque degli elementi che possono aiutare a crescere e a rendere più redditizio il tuo zafferaneto.
Partiamo dalla spezia vera e propria, che in teoria dovrebbe essere il cuore del tuo commercio. La maggiore produttività del bulbo, che si può legare alle maggiori dimensioni dello stesso, ti permetterà di ottenere più prodotto. Fondamentale anche saper arrivare ai clienti giusti attraverso un buon lavoro pubblicitario e canali di vendita efficaci e diversificati.
Naturalmente per fare questo richiede più impegno e un maggiore investimento ma, se fatto bene, porterà a dei risultati notevoli.
In secondo luogo, non devi pensare che la spezia pura sia l’unica fonte di guadagno perché puoi mettere in commercio o contribuire alla realizzazione di una serie di prodotti derivati che rientrano in settori redditizi come la cosmetica e la gastronomia.
Anche i bulbi possono essere venduti e inoltre, se sei un esperto del settore, puoi pensare di offrirti come formatore e insegnare ai nuovi agricoltori a coltivare il proprio zafferaneto.
In poche parole, le idee possono essere tante e interessanti, l’importante è saperle metterle in pratica con attenzione e giudizio. Se questo articolo ti è piaciuto e vorresti approfondire l’argomento, acquista il nostro libro "Coltivare Zafferano per Profitto" e scopri anche tu le caratteristiche e le tecniche di produzione e coltivazione dello zafferano.
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Lo zafferano è una spezia molto conosciuta e apprezzata in tutto il mondo che viene utilizzata in cucina, nella cosmesi e anche dalla medicina cinese e indiana. La maggior parte delle persone conosce il prodotto finale e in tanti pensano che esso arrivi perlopiù dai luoghi orientali, ma nel nostro paese esiste un’eccellente filiera che cura la produzione dello zafferano dalla sua coltivazione fino alla messa in commercio. Se vuoi cominciare a coltivare questa straordinaria pianta oppure sei semplicemente incuriosito da essa, continua a leggere questo articolo e approfondisci la coltivazione e la produzione dello zafferano in Italia.
La spezia conosciuta come zafferano è ricavata dagli stimmi dei fiori del Crocus Sativus, pianta che cresce bene in un clima tipico dell’Asia Minore ma che viene coltivata anche in molti paesi d’Europa e del mondo. Furono i conquistatori arabi a introdurre questa spezia nel territorio europeo e, secondo alcune fonti, fu il padre domenicano Cantucci di Navelli a portare lo zafferano nel nostro paese nel 1300 circa. Cantucci di Navelli era infatti un appassionato di agricoltura e, dopo aver studiato le proprietà del Crocus Sativus, si convinse che la penisola italiana era il luogo ideale per la sua coltivazione. La sua scelta forse portò fortuna alla spezia e all’Italia perché nel tempo lo zafferano non solo è entrato a far parte della cultura gastronomica del paese (si pensi al risotto alla milanese), ma si è inserito con successo nelle coltivazioni di diverse regioni, che lo hanno trasformato in un prodotto ricercato e di qualità.
Vi sono diverse regioni italiane che negli ultimi decenni sono diventate territorio privilegiato per la coltivazione di zafferano. Aziende e privati negli anni hanno sperimentato e sono riusciti a ottenere degli ottimi risultati grazie ad un clima adatto, ad un terreno ideale e a numerosi altri fattori che puoi approfondire acquistando il nostro libro "Coltivare Zafferano per Profitto".
Continua a leggere per conoscere i territori che si sono distinti per la produzione di questa spezia.
Abruzzo
L’Abruzzo si è guadagnato il prestigioso soprannome di terra dell’oro giallo proprio grazie alla produzione dello zafferano. Lo zafferano dell’Aquila è un prodotto che nel 2005 è stato iscritto nel Registro delle Denominazioni d’Origine Protetta e viene maggiormente coltivato nella Piana di Navelli, uno splendido territorio con un terreno carsico che non favorisce i ristagni d’acqua. Proprio qui padre Cantucci portò per la prima volta nel 1300 la spezia ed essa portò grande fortuna al luogo, tanto che la basilica e l’ospedale furono costruiti grazie al suo commercio. Un’altra zona da menzionare per la coltivazione è Cocullo.
Curiosità: lo zafferano dell'Aquila è così importante per la regione che nel 2008 è stato realizzato un francobollo che lo celebra.
Le fonti storiche rivelano che la coltivazione dello zafferano era presente in Emilia Romagna già dal XVIII secolo. Purtroppo una terribile carestia avvenuta attorno alla seconda metà del 1700 ha costretto gli agricoltori a sostituire il bulbo con colture meno pregiate ma fondamentali per il sostentamento quotidiano, come ad esempio il grano. In tempi odierni si è acceso un rinnovato interesse per la spezia e oggi, in questa regione, è possibile trovare zafferaneti di piccole e medie aziende in territori quali Talamello, le colline di Faenza, l’alta Valmarecchia e Casola di Montefiorino.
Sardegna
La Sardegna è una delle regioni italiane che vanta la maggiore produzione di zafferano. La presenza di questa spezia nel territorio ha origini antiche e viene fatta risalire all’epoca dei Fenici. La coltura si diffuse in particolare in epoca romana e bizantina perché questo prodotto aveva differenti usi, da quello tintorio a quello terapeutico. Lo zafferano di Sardegna DOP viene coltivato principalmente a Turri, Villanovafranca e San Gavino Monreale e il prodotto finale presenta un sapore molto intenso e un elevato potere colorante, generalmente superiore agli altri zafferani conosciuti.
Umbria
Lo zafferano in Umbria viene coltivato in piccoli appezzamenti sparsi in diversi territori come Spoleto, Gubbio, Città della Pieve e Cascia. Anche qui la conoscenza della spezia ha origini lontane ed essa era già presente nel XIII secolo, come dimostra un interessante documento di acquisto di questo prodotto ritrovato nei libri contabili del monastero di Santa Maria di Valdiponte. Dopo una dispersione della coltura, negli ultimi decenni è nato il desiderio di riproporre tale coltivazione, che sta ottenendo un buon successo.
Toscana
Lo zafferano toscano DOP è una produzione d’eccellenza coltivata principalmente in Val d’Orcia e San Gimignano. La spezia veniva prodotta e commercializzata già nel 1200 e la particolarità era che i mercanti riuscivano a esportarla con successo anche all’estero, verso l’Egitto e la Siria, grazie alla rete commerciale pisana o genovese. Tale prodotto nel tempo si trasformò in una vera e propria moneta di scambio e molte famiglie della nobiltà riuscirono a fare la propria fortuna grazie proprio allo zafferano. Stranamente nel 1600 la coltivazione sparì ma negli ultimi decenni è tornata in auge grazie anche ai movimenti Slow Food.
Queste sono le principali coltivazioni di zafferano in Italia. Ogni prodotto regionale possiede caratteristiche particolari ottenute grazie a fattori ambientali e a metodi di coltivazione, per questo è importante ricordare che, se desideri coltivare un particolare bulbo di zafferano fuori dal suo territorio di origine, non puoi aspettarti di ottenere il medesimo risultato. Se sei interessato ad approfondire questo tema e informarti su come il bulbo sviluppa le sue caratteristiche, puoi acquistare il nostro libro "Coltivare Zafferano Per Profitto".
L'organismo, in certi momenti della vita, tende ad essere particolarmente reattivo. Questo stato produce spesso e volentieri problematiche, talvolta croniche, che possono disturbare il tuo benessere. Non si tratta sempre di malattie gravi, ma anche di fastidi quotidiani che però non possono essere ignorati; i problemi di forfora tra questi disturbi.
La forfora causa spesso ansia perché è poco piacevole da vedere, ma non solo! Ad essa si associano frequentemente prurito, arrossamenti e anche perdita di capelli. Possono esserci diversi fattori capaci di scatenare questo problema, ma hai mai pensato che una dieta sbagliata potrebbe influire sulla sua manifestazione?
Se ti ho incuriosito e vuoi sapere se esiste un legame tra alimentazione e forfora, continua a leggere l'articolo.
Prima di scoprire quello il ruolo del cibo nella manifestazione della forfora, è importante spiegare cosa sia questa patologia.
Essa si presenta gli occhi sotto forma di scaglie bianche o giallastre coprono una parte o totalmente il cuoio capelluto. A livello estetico possono disturbare molto chi ne soffre, che inoltre potrebbe essere soggetto a spiacevoli irritazioni e arrossamenti. La forfora in realtà è composta da cellule morte che vengono prodotte in grande quantità e si staccano nel tempo da cuoio capelluto, per poi depositarsi su spalle o rimanere tra i capelli.
Questa produzione esagerata di cellula è legata ad un particolare fungo che sopravvive grazie agli oli presenti nel cuoio capelluto e che è chiamato Malassezia. Il fungo in realtà è innocuo ma gli individui con una cute particolarmente sensibile possono avere una reazione che provoca la forfora e il prurito.
Le cause dello squilibrio che trasformano la Malassezia in una condizione da curare sono molteplice. Possono essere di tipo genetico, lo stato della pelle, lo stress, lo smog, problemi ormonali e una cattiva alimentazione.
Per quanto riguarda il cibo, bisogna dire che esso non è strettamente legato alla produzione di forfora; non c'è infatti un alimento che combatte nello specifico il fungo. Però è importante dire che una cute sana e forte può ridurre di molto il fastidio. Per questo è utile inserire nella tua dieta alimenti che fanno bene alla pelle e ai tuoi capelli.
Da ricordare che talvolta la forfora potrebbe essere legata a delle intolleranze alimentari. Se hai un dubbio al riguardo, rivolgiti al tuo medico per fare le dovute analisi.
Vediamo ora quali cibi assumere e quali evitare per avere un cuoio capelluto in salute e privo di forfora.
Una dieta sana e ricca può rafforzare la tua pelle e renderla meno esposta alle intemperie e a tutti quegli agenti che la rendono sensibile e facilmente irritabile. Porta a tavola cibi freschi e ricchi d'acqua, possibilmente frutta e verdura di stagione. Se hai un orto tutto tuo, puoi scegliere gli ortaggi da coltivare e da usare per gustose ricette.
Nello specifico, ti sarà utile inserire nel tuo programma alimentare cibi con una buona quantità di zinco. I suoi componenti, infatti, contrastano la produzione di forfora ed eliminano i batteri e i funghi che portano le irritazioni. Se sei onnivoro, puoi mangiare uova, latticini, carne e pesce per ottenere la giusta dose di zinco. Se invece segui una dieta vegetariana o vegana, puoi assumerlo attraverso i semi oleosi, i legumi, il grano, il sedano, la senape, i piselli, le mandorle, le alghe e il cardamomo.
Se hai una carenza di questo metallo, potresti affidarti anche ad integratori alimentari specifici per contrastare conseguenze come la perdita di capelli. Naturalmente, prima di acquistare qualsiasi integratore, è importante chiedere il consiglio del medico, che ti farà fare adeguati analisi. Infatti, se lo zinco porta tanti benefici, assumerlo in eccesso può invece portare problematiche anche gravi come vomito, anemia e depressione della funzione immunitaria.
Un'altra sostanza alleata contro la forfora è l'allicina che, come s'intuisce dal nome, è contenuta nell'aglio. Questo cibo è ricco di proprietà benefiche ed è considerato un antibiotico naturale, capace di contrastare anche i funghi. Inoltre contiene vitamine come la A, B e C, ferro, magnesio, calcio e zinco. Rafforza il sistema immunitario e fa bene alla pelle e ai capelli. Quindi largo spazio all'aglio che, nonostante l'odore forte, nelle giuste quantità conferisce sapore e personalità a numerose ricette.
Le vitamine aiutano a mantenersi in forma e a proteggersi dalle malattie e alcune di esse sono amiche del cuoio capelluto, della cute e dei capelli. In particolare le vitamine del gruppo B, che si trovano in alimenti come legumi, cereali, pollame, uova e verdure a foglia verde. La B1 in particolare aiuta la ricrescita, mentre la B5 previene la caduta dei capelli.
Anche la vitamina A è fondamentale per i capelli perché contrasta la secchezza degli stessi e l'insorgere della forfora attraverso la regolazione della sintesi della cheratina. Inserendo nel tuo programma alimentare ortaggi e frutti freschi, tuorlo d'uovo e latte, farai il pieno di questa vitamina e la tua chioma tornerà luminosa e sana.
Infine, gli ultimi cibi da citare sono quelli ricchi di grassi sani come Omega 6 e Omega 3. Queste sostanze infatti diventano uno scudo per la pelle, che viene protetta dagli agenti esterni. Puoi trovare questi grassi nel pesce azzurro come sardine e sgombro, nei semi di lino, nelle alghe, noci, avena e germe di grano.
Se ci sono cibi che possono aiutarti a prevenire la forfora, altri sono assolutamente da evitare. Prodotti confezionati e industriali non fanno mai bene, specialmente alla pelle, per cui è utile diminuirne il consumo. Anche un eccesso di zucchero può aggravare lo stato del tuo cuoio capelluto, specialmente se l'insorgere della forfora è legata alla candida.
Da portare meno a tavola anche le fritture e i cibi ricchi di grassi saturi.
Naturalmente la sola dieta non può far scomparire la forfora, anche se è in grado di diminuire gli effetti più fastidiosi. Se soffri di condizioni particolari come candida o dermatite seborroica, è importante far riferimento al proprio medico e al proprio dermatologo, in modo da integrare alla dieta una cura farmacologica o cosmetica adeguata.
Sul mercato sono presenti molti prodotti utili ed efficaci che possono aiutarti a ridurre l'irritazione, che proteggono i capelli e li rendono forti. Lo Shampoo Solido Purificante e Anti Forfora de La Saponaria, è un ottimo articolo che puoi trovare presso l'e-shop Macrolibrarsi.
Contrasta i tuoi problemi di forfora con cure adeguate e una dieta salutare e fresca e, grazie alle buone abitudini, ti sarà possibile ritrovare serenità e benessere.
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La regolarità intestinale incide profondamente sul benessere fisico e mentale di ogni persona. Per molti non rappresenta un problema ma ci sono sempre più individui che, negli ultimi decenni, devono convivere con un intestino pigro. Questa definizione si riferisce ad un rallentamento del transito intestinale, legato alla diminuzione di quella che viene chiamata peristalsi. Tutto ciò causa una difficoltà da parte dell'organismo nell'espellere le scorie e anche nell'assorbire i nutrienti.
Chi soffre di intestino pigro, infatti, oltre ad avere abitudini intestinali irregolari, soffre spesso di gonfiori addominali, meteorismo, crampi addominali e talvolta cistiti.
C'è un rimedio a questo disturbo?
L'irregolarità emerge a causa di diversi fattori, che possono essere anatomici e di tipo patologico ma anche legati ad uno stile di vita sbagliato. In genere sono le donne e gli anziani a soffrirne maggiormente ma anche tutte quelle persone che sono sedentarie, molto stressate, bevono poco e non seguono una dieta sana e ricca.
L'alimentazione è un elemento fondamentale nella vita di una persona e ha un'influenza non indifferente sul benessere di molti organi, soprattutto quelli che fanno parte dell'apparato digerente. Continua a leggere per scoprire quali cibi ti aiuteranno a rimettere in moto il tuo intestino pigro.
Per rimettere in moto il tuo intestino è importante scegliere alimenti con caratteristiche precise. Quello che ingerisci influisce molto su come lavora il tuo apparato digerente. Adottando uno stile alimentare salutare e semplice puoi risolvere tantissime difficoltà come l'intestino pigro ma anche la digestione.
Gli elementi che aiutano a scegliere i cibi più efficaci sono due in particolare: il primo è la presenza d'acqua. Assumerne il giusto quantitativo ogni giorno (1 -1,5 litri), sia bevendo che attraverso ingredienti che ne sono ricchi, favorisce l'azione delle fibre. Queste ultime sono il secondo elemento che contribuisce alla buona regolarità intestinale e si distinguono in solubili e insolubili.
Le fibre alimentari non sono altro che sostanze organiche facenti parte del gruppo dei carboidrati. Secondo molti studi, oggi comprovati e accettati universalmente, esse aiutano il transito intestinale, prevengono la stipsi, incrementano la sazietà gastrica e proteggono da alcuni tipi di tumore come quello al retto e al colon.
Puoi trovare queste sostanze in diversi alimenti di origine vegetale. Vediamo quali.
Gli alimenti ricchi di fibre sono numerosi e si adattano a qualsiasi palato. Puoi utilizzarli per preparare primi, secondi ma anche dolci, hai l'imbarazzo della scelta. Come già accennato, le fibre si suddividono in due categorie. Le insolubili sono quelle più efficaci per il transito intestinale perché assorbono tanta acqua e aumentano il volume fecale, rendendo la deiezione più facile e meno dolorosa. I cibi che contengono questi fondamentali elementi sono i cereali integrali, la frutta secca, i semi di lino, le verdure a foglia verde, il sedano, il cavolfiore e le zucchine.
Le fibre solubili invece rallentano il transito intestinale perché formano un gel all'interno dell'intestino. Nonostante ciò, esse sono molto utili perché tengono bassi i livelli di colesterolo e proteggono l'organismo dalle sostanze nocive. Per evitare il loro effetto rallentante, devi assumere una buona quantità di liquidi. Gli alimenti che le contengono sono i legumi, la frutta fresca, le carote, le patate, le cipolle e l'avena.
Gli ortaggi e i frutti hanno molte proprietà benefiche e alcune varietà possono aiutare la tua regolarità intestinale. Ricorda che è molto importante mangiare questi alimenti quando sono freschi e, se hai fatto scorta, conserva tutto bene in frigo.
Le verdure più efficaci sono:
I frutti alleati contro la stipsi sono:
Se ci sono svariati alimenti che contribuiscono alla regolarità intestinale, molti altri invece peggiorano questo disturbo. Si tratta di cibi raffinati o con caratteristiche che rallentano la peristalsi. Ecco una breve lista:
Questi sono gli alimenti che puoi portare in tavola o dei quali devi diminuire l'assunzione per ritrovare la tua regolarità intestinale. Anche se aiuta molto, talvolta la sola dieta non basta per alcuni. In questi casi è utile associare al programma alimentare degli integratori che può consigliarti il tuo medico. Presso l'e-shop Macrolibrarsi è disponibile un prodotto, Polvere di Fibra di Acacia Bio, che fornisce una ulteriore fonte di fibre al tuo organismo.
Migliora il tuo stile di vita adottando una dieta salutare, bevendo tanta acqua e dedicando 3-4 giorni a settimana all'attività motoria. Il tuo corpo non tarderà a mostrare gli effetti benefici di un modo di vivere sano e, se il tuo intestino pigro è difficile da risvegliare, affidati al tuo medico o nutrizionista e fatti consigliare alcuni efficaci integratori.
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Durante l'inverno si è costretti a stare al chiuso in ufficio e sempre coperti e, soprattutto se vivi in città, hai poche occasioni per dedicarti al tuo aspetto. Quando arriva l'estate, invece, puoi andare al mare e rilassarti, nuotando, leggendo un libro in spiaggia e prendendo la tintarella. L'abbronzatura perfetta non solo fa sembrare il tuo incarnato più sano e bello ma protegge la tua pelle, giova al tuo umore e al benessere del tuo organismo.
Naturalmente troppo sole può causare danni e per questo devi fare sempre attenzione a non esporti nelle ore più calde, specialmente se hai una cute molto chiara. Ma non sempre si riesce ad ottenere una bella carnagione brunita; talvolta ci si arrossa soltanto, la pelle risulta macchiata oppure il bel colorito dorato tende a scomparire nel giro di poco.
Non godere di una piacevole abbronzatura al mare non è solo un fastidio estetico ma ha a che fare anche con la capacità del tuo corpo di proteggerti dai raggi solari dannosi. Esistono diversi rimedi a questo problema e tra questi c'è anche un'alimentazione giusta.
Ebbene sì, esistono dei cibi che possono aiutarti nella tintarella. Continua a leggere per scoprire quelli più saporiti ed efficaci.
Come già accennato, essere abbronzati è una soddisfazione estetica ma anche una protezione utile. Infatti, quando ti esponi al sole, il tuo organismo produce una sostanza chiamata melanina che contribuisce al colore bruno della pelle e che non è altro se non un meccanismo di difesa che non consente ai raggi dannosi del sole di penetrare a fondo nella cute e causare lesioni e bruciature.
Purtroppo non tutti producono allo stesso modo la melanina e infatti esistono ben 6 tipologie di pelle, chiamati fototipi, che classificano la quantità e qualità di melanina presenti nell'epidermide. Che tu appartenga alla classe più alta o bassa, è sempre importante rafforzare il proprio corpo con alimenti sani e nutrienti, capaci di fornirti le sostanze necessarie a creare uno scudo contro i danni del sole.
I cibi che ti consentono di avere un'abbronzatura perfetta sono molteplici. Verdure, frutti, legumi, cereali, spezie ed erbe sono alleati del colorito dorato e questo perché molti di essi contengono degli elementi fondamentali che stimolano la produzione di melanina, combattono l'invecchiamento cellulare e creano uno scudo contro gli effetti negativi del sole.
Tra i nutrienti più importanti c'è il beta carotene, un pigmento che migliora il colorito, è antiossidante e rafforza il sistema immunitario e cardiovascolare. Fondamentale la vitamina A, ma anche la vitamina C, i sali minerali e i grassi come Omega 3 e Omega 6.
Ora che conosci gli elementi utili alla tua pelle, scopri gli alimenti che ne contengono in più quantità.
Il colore arancione acceso delle carote fa intuire i nutrienti che contiene. Questi ortaggi sono infatti ricchi di beta carotene, che contribuisce a migliorare la tua abbronzatura, nonché a proteggere la tua pelle e la tua vista. Portandole a tavola in estate, potrai trarre vantaggio dai loro benefici e ottenere una cute liscia e mai secca grazie al potassio e alle vitamine.
Inoltre recenti studi hanno dimostrato che proteggono anche dai tumori, per cui è importante inserirle nel tuo programma alimentare. Puoi gustarle crude all'insalata e in forma di fruttato oppure cotte al vapore o al forno.
Anche la frutta di stagione è capace di farti ottenere un colorito sano e brunito. Le ciliegie sono degli alimenti gustosi e amati da molti che, oltretutto, contengono poche calorie. Se vuoi mantenerti in forma senza rinunciare a uno spuntino favoloso, sono sicuramente i frutti che fanno per te. In più proteggono il microcircolo, sono ricche di vitamine C e A, rafforzano il sistema immunitario e sono ottime per la diuresi e la salute della pelle.
Puoi gustarle da sole a merenda, oppure aggiungerle a un dessert. Se invece vuoi anche idratarti, puoi optare per un delizioso infuso.
Il peperoncino è un alimento estivo che dona un sapore forte e intenso ai piatti e che ti porta tanti benefici. Possiede vitamina C in grandi quantità e le sue proprietà antiossidanti riparano la tua pelle dai danni che può provocare un'esposizione prolungata ai raggi del sole. Questa spezia contiene inoltre beta carotene e la capsaicina, che ha proprietà antinfiammatorie e lenitive.
Puoi aggiungerlo a molti sughi e primi piatti, anche in piccole quantità se non sei abituato alla sua intensità. Ti porterà subito benessere e colorerà di sapore la tua tavola.
Lo zafferano è una spezia dalle molteplici proprietà utilizzata come rimedio medico e come principale ingrediente di diverse diete. Lo avresti mai detto che è anche un alleato dell'abbronzatura. Contiene infatti molti antiossidanti, vitamina C e carotenoidi come crocina e crocetina. In realtà questi non stimolano la produzione di melanina, come si credeva in passato, ma conferiscono alla pelle quel particolare e piacevole colore bronzeo tipico della tintarella.
Puoi utilizzare lo zafferano sia per primi che per secondi, ma puoi unirlo anche a piatti di verdura come un contorno di pomodori e melanzane oppure assumerlo come tisana estiva.
Ultimo alimento della lista è l'olio d'oliva. Utilizzato anche in cosmetica per rendere la pelle elastica e giovane, stimola la melanina perché ricco di squalene, una sostanza organica che si trova nel sebo e che ha la funzione di proteggere la pelle da elementi avversi come i raggi dannosi o gli agenti chimici.
L'olio d'oliva può essere aggiunto a qualsiasi piatto, la dieta mediterranea inoltre ne fa largo uso. Dona sapore alle ricette e ti aiuta a mantenerti in salute.
I cibi appena elencati possono aiutarti ad avere una pelle bella e ambrata ma talvolta l'organismo ha bisogno di un aiuto in più. Per questo ci sono gli integratori specifici come il BetaSun Gold, che puoi trovare presso l'e-shop Macrolibrarsi. Naturalmente, prima di assumerlo, è importante che tu faccia riferimento al tuo medico di fiducia per assicurarti che i componenti dell'integratore non entrino in contrasto con eventuali, altre cure che stai seguendo oppure che non abbiano allergeni che potrebbero darti fastidio.
Questo è tutto quello che devi sapere per ottenere un'abbronzatura perfetta e goderti la tua estate all'insegna del relax e del benessere.
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A cosa serve la dieta estiva? Quando giunge l'estate si comincia ad avere meno appetito. Mangiare pasti caldi diventa faticoso e poco piacevole e gli alimenti elaborati e pesanti non fanno altro che aumentare il senso di spossatezza e far sentire di più l'afa. Questo succede perché il tuo organismo ti sta lanciando dei segnali precisi; esso nei mesi estivi non ha bisogno di tante energie per mantenere il calore corporeo, a differenza dell'inverno.
Importante anche ricordare che nella stagione bollente è molto meglio nutrirsi di pietanze ricche di acqua e sali minerali perché si tende a sudare maggiormente. La dieta estiva perfetta è equilibrata e sana ti aiuta a sopportare il caldo, preserva le tue energie e ti fa stare bene nel corpo e nella mente.
Continua a leggere per scoprire i cibi giusti da portare a tavola a giugno, luglio e agosto e creare ricette gustose e salutari che ti manterranno in forma e allontaneranno la stanchezza.
Nei mesi caldi, oltre a lavorare, si cerca anche di andare al mare o in montagna per cambiare aria e godersi le meritate ferie. In queste occasioni non devi mani dimenticare di proteggerti dal sole con i prodotti appositi e di idratarti frequentemente. Alcuni alimenti posseggono proprietà antiossidanti che sono alleate del benessere del corpo. I cibi con le vitamine, i sali minerali e i grassi polinsaturi e monoinsaturi sono un must dell'estate, così come tutte quelle cibarie ricche di vitamina D, utile per ottenere un'abbronzatura perfetta.
Ma vediamo nel dettaglio cosa non può mancare in un programma alimentare estivo.
In estate è necessario mangiare alimenti freschi, di stagione e ricchi delle sostanze precedentemente citate. Assolutamente da evitare piatti troppo elaborati e conditi, fritti, industriali e difficili da digerire. Via libera invece a frutta e verdura di stagione, pesce, latticini magri. Oltre all'alimentazione è importante fare sport nelle ore più fresche, bere tanto e non digiunare.
Non saltare i pasti perché hai desiderio di perdere qualche chilo. La stagione più calda dell'anno mette a dura prova l'organismo e privarlo delle energie non è la soluzione. Una dieta estiva ricca di alimenti semplici e nutrienti ti porta invece benessere ma ti aiuta a tenerti in forma.
La frutta estiva è una soluzione gustosa, fresca e sana che sazia grandi e piccini nelle mattine e nei pomeriggi estivi. Ottima a merenda ma anche a colazione, non ha bisogno di zuccheri aggiunti e può essere gustata da sola, in forma di gelato e come frullato o bevanda rinfrescante.
Albicocche
Questo frutto dal colore delicato e dal sapore dolce è tra i simboli dell'estate. L'albicocca è l'ingrediente preferito delle marmellate e si presta bene a macedonie e crostate. Ricca di vitamine A e C e carotenoidi, è la merenda perfetta da portare in spiaggia.
Cocomero
I suoi colori fanno pensare subito alle ferie e al mare e l'acqua che contiene la trasforma in un desiderato sollievo all'afa di luglio e agosto. Il cocomero ha un sapore dolcissimo, ha poche calorie e possiede molte proprietà. Fonte di vitamine A, C e del gruppo B, è anche ricco di fosforo, potassio e magnesio.
Fichi
Questi frutti sono ricchi di calcio e ferro, nonché di potassio e vitamine A e B. La loro dolcezza li rende ottimi come dessert e quelli essiccati possono essere un gustoso snack energetico. Se l'estate ti fa sentire stanco, inserisci questi alimenti nella tua dieta perché sapranno farti ritrovare l'energia perduta.
Oltre alla frutta, gli ortaggi sono un altro must dell'estate. Ricchi di acqua e di nutrienti, ti aiutano ad abbronzarti in maniera omogenea e a mantenere i risultati della tintarella. In più disintossicano il tuo organismo e ti rendono carico, allontanando lo stress.
Pomodori
Il pomodoro ha un colore che ricorda il caldo e la stagione estiva e che rappresenta la sua ricchezza di antiossidanti. Oltre ad essere poco calorico (18 calorie per 100 gr), possiede molte caratteristiche nutrienti come la vitamina C, il fosforo, il potassio, la vitamina K che protegge le ossa e i folati. Ideale da usare nelle insalate o per preparare un buon sugo, è versatile e si presta bene a qualsiasi piatto mediterraneo e fresco.
Bietole
Le bietole non rientrano nella classifica delle verdure preferite dai bambini e da molti adulti, ma le loro caratteristiche benefiche le rendono dei cibi veramente importanti in una dieta estiva. Contengono una buona dose di acqua e fibre, vitamina C, magnesio, fosforo, ferro e calcio. Se non sai come prepararle, puoi esaltare il loro sapore con alcune interessanti ricette come i fagottini di bietole e piselli, la zuppa estiva e la frittata di verdure.
Cetrioli
I cetrioli sono degli alimenti freschi e ricchi d'acqua che si gustano con piacere nelle giornate afose. Tagliati a rondelle e conditi con poco olio e sale sono ottimi come accompagnamento a un secondo di carne o pesce. Ricchi di sali minerali come potassio, ferro e calcio, sono alleati della forma fisica perché combattono la ritenzione idrica e la cellulite.
Il pesce è sicuramente uno degli alimenti che rappresentano di più la dieta estiva. Specialmente se vivi o ti trovi in ferie in una località di mare, è vantaggioso approfittare del pesce fresco di stagione per assaporare sorprendenti piatti ricchi di bontà. L'alice, il dentice, la gallinella, il nasello, il pesce spada e la ricciola sono solo alcune delle varietà che si possono trovare sui banchi in luglio e agosto. Ottimi come secondi o insieme alla pasta, molti di questi alimenti sono leggeri e digeribili, nonché ricchi di acidi grassi omega 3.
Talvolta il solo cibo non è abbastanza per ottenere tutte le sostanze necessarie al benessere. Per questo esistono degli integratori specifici da assumere in estate. Magnesio Potassio 1800, ad esempio, è un prodotto utile a chi soffre di crampi e fa tanta attività sportiva oppure suda frequentemente. Puoi trovarlo presso l'e-shop Macrolibrarsi. Naturalmente, se hai patologie particolari o stai seguendo delle cure, è importante prima rivolgerti sempre al tuo medico, che saprà dirti se l'integratore è adeguato ai tuoi bisogni.
Questi sono solo alcuni degli alimenti che possono essere integrati nella tua dieta. I frutti e gli ortaggi di stagione sono moltissimi e si adeguano ad ogni palato. Se ti piacciono i formaggi inoltre, puoi integrarne alcuni nel tuo programma alimentare; scegli i latticini più magri come la feta, il primosale, i fiocchi di latte e lo yogurt. Vivi l'estate al meglio con la dieta estiva e mantieniti in salute senza rinunciare al piacere della tavola.
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Il termine grassi fa paura a molti, specialmente a coloro che vogliono dimagrire o che si preoccupano della propria salute. In realtà da diversi anni molti canali scientifici hanno avviato campagne d'informazione più specifiche, che raccomandano di non eliminarli dalla dieta e di fare un'importante distinzione tra saturi e insaturi, più semplicemente tra grassi cattivi e grassi sani.
Queste sostanze buone sono presenti in diversi alimenti e presentano caratteristiche benefiche per il nostro organismo. Ma come riconoscerle? E perché è fondamentale inserirle in una dieta quotidiana?
Continua a leggere l'articolo per saperne di più e scopri i 5 alimenti con grassi sani che ti cambieranno la vita.
Il grassi sani o buoni, definiti scientificamente acidi grassi insaturi, sono particolarmente utili al tuo organismo e sono fondamentali come i carboidrati e le proteine. Uno studio dell'Università di Harvard su 120.000 soggetti, durato circa 30 anni, ha rilevato che essi sono associati ad un livello di mortalità bassa rispetto a quella di coloro che assumono maggiormente grassi saturi e trans.
L'importanza di queste sostanze è legata al fatto che esse sono i nutrienti a maggiore densità calorica presenti in una dieta; in poche parole, ti danno più energia rispetto ad altri elementi. Oltre a questo, hanno diverse altre funzioni che permettono il corretto funzionamento dei tuoi organi:
I grassi buoni sono anche i monoinsaturi e polinsaturi. I primi sono di facile digestione, contribuiscono ad abbassare i livelli di colesterolo e aiutano nell'assorbimento delle vitamine liposolubili. I polinsaturi contengono importanti sostanze come Omega 3 e Omega 6, che l'organismo umano non produce da sé.
E i grassi saturi?
Anche se sono definiti cattivi, in realtà non è necessario evitarli del tutto, ma è bene assumerli con moderazione. I grassi trans invece sono assolutamente da eliminare, specialmente quelli contenuti in prodotti industriali.
A questo punto ti chiederai: dove posso trovare i grassi sani? Diversi alimenti li contengono ma con questo articolo vogliamo indicarti quelli più gustosi e versatili in cucina.
Da diversi anni medici ed esperti del settore alimentare invitano all'uso dell'olio extra vergine d'oliva, un alimento ricco di proprietà benefiche che non può mancare a tavola. Questo condimento è composto per il 73% da acido oleico, un grasso monoinsaturo capace di alleviare le infiammazioni e, secondo alcuni studi, di contribuire alla prevenzione di malattie gravi come il cancro. In più ha molti antiossidanti ed è considerato un alleato contro ictus e patologie cardiache.
In cucina può essere utilizzato in qualunque modo, come dimostrano tutte le ricette mediterranee, che non mancano mai di un cucchiaio d'olio. Non privarti di questo ottimo cibo e rendi più gustosi e sani i tuoi pasti.
Questo frutto tropicale dal sapore esotico contiene tanti grassi buoni e vitamina E. Le sue proprietà sono simili a quelle dell'olio evo ma, essendo un cibo particolarmente energetico e grasso, se hai intenzione di buttare giù qualche chilo e nella tua dieta è presente tanto olio d'oliva extra vergine, cerca di moderarne il consumo.
Contiene acido oleico Omega 9 ed è privo di colesterolo. Ottimo per chi ha bisogno di fibre, ha in grandi quantità potassio, manganese, magnesio, zinco e fosforo. Anche se poco utilizzato nelle ricette mediterranee, è un ingrediente ideale per un'insalata estiva oppure per un frullato fresco e saporito.
I semi negli ultimi anni sono entrati a far parte delle colazioni e degli altri pasti italiani. Apprezzati sia da adulti che da bambini, si presentano in tante varietà e gusti e ognuno ha proprietà utili al benessere dell'organismo. Ricchi di fibre e proteine, regolano i livelli di zucchero e colesterolo. I semi di girasole, ad esempio, aiutano anche nella digestione mentre i semi di sesamo sono ricchi di calcio.
Se vuoi provare qualcosa di nuovo e genuino, acquista i semi di chia bio di Biofilia. Li trovi presso l'e-shop Macrolibrarsi.
Le mandorle, le noci e gli anacardi, le nocciole, le arachidi e gli altri frutti a guscio sono importantissimi per la tua salute. La frutta secca è composta per il 90% da grassi buoni, ovvero insaturi e polinsaturi, e quindi aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, ti fa assumere una buona dose di proteine ed è quasi priva di zuccheri. In particolare, se hai bisogno di vitamina B ed E, questi sono gli alimenti che fanno per te.
Il loro sapore soddisfa molti palati e per questo vanno a ruba come snack o come guarnizione per colazioni e insalate. Attenzione però a non tostarli perché i grassi buoni si disperdono con il calore.
L'ultimo alimento di questa lista sono i pesci grassi, ovvero il salmone, le aringhe, lo sgombro, che contengono più del 10% di grassi sani, ma anche il persico, il pesce spada e il dentice, che ne hanno leggermente di meno e sono considerati semi-grassi.
Il grasso del pesce è in prevalenza Omega 3, il quale aiuta ad assorbire le vitamine liposolubili e contribuisce a non far insorgere malattie cardiovascolari.
Il pesce non piace a tutti, specialmente ai bambini, ma quello grasso è particolarmente saporito e, se preparato bene, è capace di stupire. Il salmone in padella con pomodorini o abbinato alla pasta è molto buono, così come il pesce spada alla siciliana e lo sgombro al cartoccio.
Questi sono solo alcuni dei cibi che posseggono grassi sani. Ideali da inserire in una dieta onnivora, alcuni di essi si prestano bene anche a stili alimentari vegetariani. Non evitarli perché non fanno male e, anzi, portano molti benefici al tuo organismo. Se sei a dieta e hai timore di prendere peso, chiedi consiglio a un nutrizionista o dietologo, che sarà capace di prepararti un programma alimentare equilibrato con il giusto apporto di grassi insaturi.
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Proteine nella dieta: fanno bene o male? Fare una dieta equilibrata è un obiettivo che molti si pongono, non solo per dimagrire ma anche per mantenersi in salute e vivere bene e a lungo. Web e giornali propongono frequentemente regimi alimentari rigidi e molto diversi, che sicuramente ad alcuni possono servire ma che talvolta confondono.
Prestando poca attenzione a quello di cui ha veramente bisogno il nostro organismo, si possono fare degli errori anche piuttosto gravi; perciò è importante informarsi bene prima di iniziare qualcosa di nuovo e, soprattutto, chiedere il consiglio di un professionista. Ad esempio, in molti credono che, per non ingrassare, basti evitare proteine. Ma è proprio così? Le proteine nella dieta fanno bene o male?
Continua a leggere per scoprirlo.
Se ne parla tanto, ma forse non sai cosa sono esattamente le proteine e perché sono così fondamentali per il buon funzionamento del nostro corpo. Esse sono delle molecole biologiche presenti in grandi quantità nell'organismo umano e, in genere, in tutti gli esseri viventi.
Derivano dall'unione di amminoacidi e si compongono in base di carbonio, azoto, ossigeno e idrogeno, nonché di altri possibili elementi come fosforo e metalli.
La loro importanza è segnalata dallo stesso nome; infatti in greco pròtos significa primo, e la scelta di questo termine è subito spiegata dalle svariate funzioni delle proteine:
Ora che sai che le proteine svolgono così tante e importanti funzioni, probabilmente ti chiederai: dove posso trovarle?
In realtà in moltissimi alimenti, sia di origine animale che vegetale (quindi se non mangi carne non temere). Bisogna ricordare però che le proteine animali sono chiamate nobili perché, a differenza di quelle vegetali, contengono tutti gli amminoacidi indispensabili per il nostro organismo. Se però vuoi diminuire la presenza di carne nella tua alimentazione oppure, per scelte personali o di salute, non la assumi, ti è possibile colmare le lacune con una dieta variegata.
Parlando di proteine vegetali, ecco dove sono contenute maggiormente:
Oltre a questi, se non sei vegano o vegetariano, non puoi mancare d'aggiungere latte, yogurt greco, uova e alcuni formaggi come Groviera e Grana. Per quanto riguarda le proteine animali, invece, prediligi a tavola la carne magra come pollo, agnello, tacchino e manzo e pesci come tonno, merluzzo, nasello e sardina in conserva.
Tutti questi ingredienti saporiti e benefici sono ottimi per la creazione di splendidi piatti. Se hai poche idee, segui le ricette proposte dal libro Proteine Vegetali di Solsona-Guillem e Moreau, esperte della nutrizione. Puoi trovare il manuale presso l'e-shop Macrolibrarsi.
Le erbe aromatiche e le spezie sono dei condimenti capaci di donare alle portate un sapore inconfondibile e molte di esse contengono un buon numero di proteine. Il prezzemolo, ad esempio, ne è composto per il 20%, così come il dragoncello. Per quanto riguarda le spezie, sono da citare invece i semi di cumino, i semi di senape e il profumato zafferano. In 10 g di zafferano, infatti, sono contenuti circa 7 g di carboidrati e 1 g di proteine.
Naturalmente è sempre meglio usare in cucina gli stimmi anziché il prodotto in polvere perché preservano meglio le proprietà nutrizionali e organolettiche.
Il giusto apporto proteico ti permette di mantenere in salute il tuo organismo. Non bisogna evitare le proteine ma neppure assumerne in eccesso perché le conseguenze possono essere anche gravi. Ad esempio, se la tua alimentazione è carente di proteine, potresti andare incontro a perdita di capelli, abbassamento delle difese immunitarie e diminuzione della massa muscolare.
Se invece il tuo problema è contrario e ne assumi fin troppo, rischi di affannare il tuo fegato e i reni perché il sovrappiù si trasforma in deposito di grasso.
Ma quante proteine è necessario assumere quotidianamente?
Solitamente, il 10% delle calorie giornaliere sono ottenute dalle proteine, anche se per i bambini la percentuale si alza leggermente. In realtà vi sono diversi fattori che contribuiscono a variare questa percentuale da individuo a individuo, anche se si può dire con certezza che non si dovrebbe superare il 35%.
Nel concreto si può dire che un uomo adulto ha bisogno di 56 grammi al giorno mentre le donne 46 grammi giornalieri (fanno eccezione le future mamme che stanno attraversando una gravidanza e chi sta allattando). Le persone più anziane, invece, dovrebbero aumentare l'apporto proteico fino a 70/75 grammi al giorno.
Queste cifre naturalmente sono utili a farsi un'idea ma è sempre necessario rivolgersi a un medico se si ha intenzione di seguire una dieta precisa e si vuole aumentare o diminuire l'assunzione di proteine.
Nel complesso, alla domanda "le proteine nella dieta fanno bene o male", si può rispondere che esse sono fondamentali in una dieta equilibrata e che sono dei falsi miti quelli che affermano che causano l'aumento di peso e che quindi è necessario eliminarle. La giusta misura è sempre la risposta ideale a ogni cosa, e questo vale anche per le proteine; animali o vegetali, esse sono alleate del tuo organismo, non nemici da combattere.
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Il nostro organismo ogni giorno si attiva per assorbire i nutrienti da quello che ingeriamo ed eliminare allo stesso tempo le tossine. Nello specifico è la digestione che, attraverso tre fasi, si occupa di portare a termine questo processo. Talvolta, però, tale meccanismo s'inceppa per svariati motivi, ed ecco che cominciamo a soffrire di dolori addominali, gonfiore, stipsi e diarrea. Questi sintomi possono essere legati ad un virus oppure, molto più frequentemente, ad una cattiva digestione.
Se vuoi liberarti da questi fastidi, continua a leggere e scopri come digerire bene grazie ai nostri 5 consigli.
Le tisane sono delle ottime bevande da gustare sia in inverno che in estate. Buone e ricche di proprietà, aiutano ad allontanare lo stress, ad avere più energia e anche a digerire. Insieme agli infusi, possono essere dei sorprendenti rimedi naturali capaci di alleviare tutti quei disturbi che hai dopo i pasti e che rovinano il piacere di un pranzo o una cena e il resto della tua giornata.
Tra le soluzioni più semplici da adottare c'è l'infuso di camomilla e salvia. Questo ottimo digestivo ha degli ingredienti semplici da reperire ed è molto facile da preparare. Infatti ti basterà unire alcune foglie di salvia essiccata a fiori di camomilla, lasciandoli in acqua bollente per alcuni minuti. Passato il tempo necessario, dovrai filtrare il tutto, magari aggiungere un dolcificante come zucchero o miele, e bere il tuo infuso.
Restando in tema di erbe officinali, fa particolare effetto anche la tisana ai semi di finocchio e rosmarino. Da bere dopo ogni pasto principale, puoi prepararla lasciando in infusione due cucchiaini di semi di finocchio e uno di rosmarino. Se non ti piace particolarmente il sapore di queste bevande, opta per della semplice acqua calda con buccia di limone biologico.
Devi sapere che anche le spezie hanno proprietà digestive e se ami lo zafferano puoi rimediare al tuo gonfiore con due tisane saporite e benefiche. Procurati gli stimmi di zafferano e versali in un pentolino dove, precedentemente, avrai portato a bollore l'acqua. Lascia in infusione circa dieci minuti e poi filtra il tutto. Aggiungi un cucchiaino di miele e la tua tisana è pronta.
La seconda ricetta prevede l'utilizzo di zafferano e zenzero, due ingredienti in grado di alleviare le conseguenze di una cattiva digestione. Versa 5 pezzettini di zenzero sbucciato in acqua e fai bollire per 4 minuti. Spegni il fuoco e aggiungi gli stimmi di zafferano e, se hai piacere, un po' di limone. Lascia riposare qualche minuto e filtra l'infuso, aggiungendo poi un po' di miele. Oltre al piacere del gusto, ne gioverà anche il tuo stomaco.
Una corretta masticazione può aumentare notevolmente il tuo benessere intestinale. Questo processo, infatti, rappresenta la prima e importante fase della digestione e per tale motivo è fondamentale portarlo a termine bene e senza fretta. Durante la masticazione i denti frantumano gli alimenti in piccoli pezzetti e la saliva, grazie ai suoi enzimi specifici come l'alipasi e l'amilasi, avvia una fase di pre-digestione. Più si scompone e si riduce in poltiglia il cibo prima di essere deglutito, meglio è. Questo perché si diminuisce la produzione di acidità gastrica.
Quindi non avere fretta quando sei seduto a tavola e goditi il tuo pasto in tutta tranquillità. Vedrai che masticando lentamente non solo riuscirai a digerire tutto, ma assaporerai meglio i piatti serviti. Mangiare è un piacere e anche se talvolta è difficile farlo in tutta comodità, per via del lavoro o di altre incombenze, cerca di ritagliarti un breve spazio da dedicare completamente a questo rilassante momento. Non perdere tempo dietro al cellulare e non farti distrarre da altro. Dedicati al cibo e il tuo stomaco rimarrà sazio, soddisfatto e leggero.
Per digerire bene occorre assumere il fabbisogno giornaliero di fibre. Esse sono sostanze necessarie al buon funzionamento dell'organismo perché stimolano la peristalsi intestinale e riducono i tempi di evacuazione. Puoi trovarle in tantissimi cibi saporiti e benefici che puoi portare a tavola in tutte le stagioni.
Un esempio sono i cereali di tipo integrale. Ottimi a colazione insieme a yogurt e frutti rossi, si prestano bene anche per insalate estive, fresche e saporite, oppure per ricche zuppe invernali. Un secondo alimento da citare è il topinambur, da abbinare al risotto oppure da fare semplice al forno. E poi i legumi, verdure come i cavolini di Bruxelles e i carciofi e frutti come le classiche prugne o l'avocado. Quest'ultimo cibo esotico è ricco di nutrienti e ha un sapore particolarmente delicato che si adatta a qualsiasi palato.
Il quarto consiglio per ritrovare la serenità a tavola si lega alla postura corretta. Ti chiederai cosa ha a che fare tutto questo con la digestione; in realtà molto. Infatti, se quando mangi adotti una posizione scorretta, magari sei curvo oppure seduto male, i tuoi organi ne risentono perché vengono schiacciati e, per tale motivo, non riescono a svolgere le loro funzioni al meglio. Stare dritto a tavola, invece, non solo farà star bene alla tua schiena sofferente ma anche al tuo stomaco e al tuo intestino!
Non sottovalutare le tensioni fisiche e fisiologiche causate dalla postura inadeguata perché, se non trattate, possono portarti conseguenze dolorose e croniche. Se la tua cattiva digestione ha a che fare con i tuoi problemi posturali, rivolgiti ad uno osteopata per recuperare l'equilibrio perduto e ritrovare il benessere ad ogni pasto.
In genere bisognerebbe limitare il consumo di alimenti ricchi di grassi quando si tratta di fare una buona digestione, ma i grassi buoni si distinguono notevolmente da quelli "cattivi" e, inseriti nella tua dieta, possono aiutarti a mantenere sano il tuo apparato digerente.
L'olio evo spremuto a freddo è un esempio di grasso buono che funge da ottimo condimento per i tuoi piatti. Inoltre ha un'azione blandamente lassativa e se hai problemi di stipsi puoi assumerne un cucchiaio a stomaco vuoto una volta al giorno. Anche il salmone, con i suoi Omega3, fa parte di questa lista e ti offre tantissimi benefici, tra cui la protezione dalle infiammazioni. Infine non si può non citare il cacao amaro, un vero toccasana per la tua salute. Se ti manca questo ingrediente in casa, prova il Cacao Conacado di Altromercato proveniente dalla Repubblica Dominicana. Lo puoi trovare presso l'e-shop Macrolibrarsi.
Questi sono i 5 consigli che rispondono alla domanda "come digerire bene"? Le abitudini sane ti aiutano a vivere meglio e non bisogna mai dimenticare che il tuo stato emotivo è uno specchio della salute del tuo corpo. Tratta bene il tuo organismo e sarai più felice.
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Ansia e depressione sono condizioni che si manifestano con una facilità impressionante in una società come la nostra, così stressante e insalubre per il nostro organismo e la nostra mente. Recenti studi hanno evidenziato che circa il 10% della popolazione italiana soffre di crisi d'ansia e di melanconia e per questo si è cominciato a cercare un legame tra stati d'animo e ambiente. In particolare ci sono stati degli interessanti approfondimenti sulla relazione tra alimentazione e umore.
In molti affermano che l'intestino è come un secondo cervello e in effetti c'è una stretta correlazione tra questi due importantissimi organi. Le sostanze contenute in molti degli cibi che ingerisci, infatti, hanno una fondamentale funzione equilibrante sulle tue emozioni. Naturalmente non si parla di alimenti spazzatura e industriali, ricchi di elementi nocivi e per nulla nutrienti, ma di generi alimentari con tante proprietà benefiche per il tuo organismo.
Per quanto riguarda l'umore, si deve parlare di serotonina, un neurotrasmettitore conosciuto anche come "ormone del buonumore", che viene prodotto nel cervello ma anche nel tratto gastroenterico. La serotonina ha una funzione principale in molte attività della tua quotidianità, come la qualità del sonno, gli stati d'animo, la fame, ma anche l'igiene intestinale e il benessere dell'intestino.
La serotonina però è sintetizzata partendo dall'amminoacido triptofano, presente in molte proteine animali e vegetali. Per tale motivo è fondamentale seguire una dieta ricca e sana. In realtà si deve fare questo non solo per assimilare le sostanze utili al buonumore, ma soprattutto per migliorare le proprie abitudini alimentari e il proprio stile di vita perché una dieta salutare ed equilibrata sta alla base del benessere fisico e mentale.
Se una dieta salutare può certamente aiutare, devi sapere che esistono dei precisi alimenti che ti aiutano a stare bene. Alcuni studi hanno rilevato che la carenza di alcuni micronutrienti come ferro, zinco, magnesio e vitamina D possa favorire il perseverare della tristezza e del cattivo umore.
A volte, quando si è giù di morale, si cerca conforto nel cibo, specialmente in quelli ricchi di zuccheri. Questo meccanismo è piuttosto naturale perché, come già detto, cervello e intestino sono strettamente collegati. Importante però fare attenzione a quello che si mangia perché le merendine e troppi dolci non risolveranno certo il tuo problema. Ecco invece alcuni sani alimenti che, se integrati con moderazione nella tua dieta, ti porteranno molti benefici.
Cioccolato fondente
Il cibo della felicità per eccellenza è il cioccolato. Quello fondente è più salutare perché meno zuccherato (in commercio sono presenti anche barrette completamente prive di dolcificanti). Non è vero che questo gustoso cibo fa ingrassare ed è da evitare; se gustato con moderazione, ti garantirà buonumore e salute. Infatti il cacao, suo principale ingrediente, è ricco di vitamine e sali minerali come il magnesio. In esso sono contenuti anche i polifenoli, capaci di contrastare l'invecchiamento cellulare.
Naturalmente nel cioccolato c'è anche il già citato triptofano, nonché degli antidepressivi naturali come la caffeina e la teobromina.
Insomma, è un vero e proprio alimento della salute.
Uova
Se il cioccolato è un cibo dell'allegria facile da indovinare, le uova lo sono un po' meno. Tale alimento è molto versatile ed è usato come ingrediente in moltissime ricette, sia di primi, sia di secondi che di dolci. Pasta alla carbonara, frittate, torte sono solo alcuni esempi di portate che presentano al loro interno le uova.
La loro incidenza sul buonumore è legata alla presenza del triptofano, la cui quantità corrisponde al 20% del fabbisogno giornaliero di questa sostanza. In più questo saporito ingrediente contiene Omega 3, vitamina D e zinco.
In questa lista dei cibi del benessere non possono mancare le erbe e le spezie, alleate a tutto tondo dell'organismo. Forse puoi immaginare la loro efficacia, visto che vengono usate con successo in aromaterapia, utile al rilassamento e alla serenità. Continua a leggere per scoprire quali sono e come utilizzarle nella tua dieta.
Basilico
Classico ingrediente di numerosi piatti della tradizione italiana. Le sue verdi foglie profumate stanno alla base del pesto e puoi utilizzarlo con facilità in cucina, essendo tra le erbe aromatiche più versatili e gustose, nonché di semplice coltivazione anche sul balcone.
Ha tante proprietà e tra esse quella di essere un ottimo antistress e calmante. Contiene vitamina A, B, C e E, e diversi sali minerali come ferro, potassio, fosforo e flavonoidi. Naturalmente, anche il basilico possiede il triptofano e inoltre la sua funzione digestiva ti aiuterà a completare i tuoi pasti con serenità e calma.
Rosmarino
Il rosmarino è un'altra erba aromatica molto apprezzata in cucina e utilizzata con efficacia come rimedio fitoterapico. Alleato della memoria e del buonumore, le sue foglie hanno proprietà antidolorifiche che sicuramente aiutano a rilassare il corpo e a far ritornare la serenità.
Ricco di flavonoidi e vitamina C, può essere assunto come tisana oppure ti è possibile cogliere i suoi benefici attraverso l'olio essenziale.
Zafferano
Lo zafferano è una spezia pregiata dalle molteplici proprietà. Sicuramente il colore giallo che conferisce ai cibi regala una ventata di energia e buonumore ma la sua azione stimolante non si limita alla vista. Questo ingrediente dal gusto esotico, infatti, è in grado di alleviare l'ansia perché fa attivare la produzione di particolari neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina. Ricco di vitamine e minerali, ha anche un forte potere digestivo che sicuramente aiuta a mantenere la serenità anche dopo i pasti abbondanti.
Zenzero
Lo zenzero è alleato dell'energia e del buonumore e negli ultimi anni è sempre più apprezzato e utilizzato nella cucina occidentale. Esso è ricco di capsaicina, una sostanza che stimola la produzione di endorfine, le quali migliorano il tuo stato d'animo e ti fanno stare bene.
In più ha un'ulteriore funzione importante, ovvero di controllo dei livelli di adrenalina, strettamente legati agli stati d'ansia.
Per ritrovare il benessere con lo zenzero, non è obbligatorio usarlo solamente a tavola. Puoi provare, ad esempio, a rinfrescarti con il Gel Doccia Zenzero Frizzante, un prodotto di qualità con ingredienti certificati bio, disponibile presso l'e-shop Macrolibrarsi.
Questi sono solo alcuni dei cibi utili a ritrovare la serenità. Nella tua dieta puoi inserire tantissime altri ingredienti, come le verdure e i semi oleosi, che ti aiuteranno a stare bene nel corpo e nella mente. C'è un legame tra alimentazione e umore e per questo è fondamentale adottare delle abitudini alimentari equilibrate e salutari che ti permetteranno di vivere la quotidianità al meglio.
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Quando si superano i trent'anni, ci si comincia a spaventare di fronte a qualche capello bianco, a piccole rughe d'espressione, alla pelle più spenta e meno elastica e si cercano affannosamente prodotti per tonificare, illuminare e far star bene la propria pelle e il proprio organismo. L'invecchiamento cellulare è un processo perfettamente naturale che però può essere rallentato evitando precise abitudini dannose come fumo e alcool, la sedentarietà e la cattiva alimentazione.
Non si tratta solamente di estetica perché con il giusto stile di vita ci si mantiene giovani non solo nel corpo ma anche nella mente. Questo processo infatti colpisce anche a livello psicologico e lo stress e un modo di vivere frettoloso non fanno altro che svuotarci di energia e farci invecchiare precocemente. Molto importante adottare delle abitudini salutari e rendere più genuina e nutriente la propria dieta. Esistono poi degli alimenti che, grazie alle loro proprietà, combattono l'invecchiamento cellulare. Continua a leggere per scoprire quali sono.
Ormai anche la scienza afferma che i benefici delle spezie per la salute sono molteplici e quasi miracolosi. Molte delle sostanze contenute in esse sono capaci di contrastare l'effetto dell'età, sia a livello mentale che fisico.
Zafferano
Lo zafferano è conosciuto per le sue svariate proprietà curative. Questo perché possiede molti elementi benefici per l'organismo. Tra questi la vitamina C che, grazie alle sue proprietà antiossidanti, è un'ottima alleata della pelle e della giovinezza. Neutralizza infatti i radicali liberi e protegge le strutture intracellulari dallo stress ossidativo. Con il passare degli anni il livello di vitamina C sulla cute diminuisce e perciò è utile assumerla attraverso un'alimentazione variegata.
Lo zafferano inoltre possiede fosforo, importante nel processo di riparazione cellulare. Tra i suoi altri componenti da ricordare vi sono il safranale, la crocina e la crocetina, che ti aiutano a mantenere elastica la mente e migliorano apprendimento e memoria.
Puoi aggiungere questa spezia a molte ricette. Il prodotto in polvere ha un sapore più lieve ma, se preferisci un sapore più esotico e genuino, prova i pistilli interi. Può essere utilizzato in primi e secondi, come una pasta con speck e zafferano oppure un petto di pollo saporito. Ottimo se abbinato a gamberetti e zucchine ma è molto apprezzato anche nei risotti. Essendo versatile, accompagna bene le portate a base di pesce, come una buona zuppa invernale o delle polpette di tonno. Perfetto anche per dolci come budini e frittelle.
Coriandolo
Particolarmente diffuso nella tradizione culinaria orientale, il coriandolo, chiamato anche prezzemolo cinese, non solo è saporito e piccante, ma contiene una gran quantità di sostanze benefiche per l'uomo. Possiede infatti molto beta-carotene, una vitamina che combatte i responsabili dell'invecchiamento cellulare, ovvero i radicali liberi. Stimola inoltre la melanina, alleata dell'abbronzatura che, oltre a essere bella da vedere, protegge la pelle dai raggi solari.
Il coriandolo è un alimento ideale da usare in cucina anche perché aiuta la digestione e riduce i livelli di colesterolo. Con esso puoi insaporire moltissimi piatti a base di pesce, carne, verdure e legumi. Con la stagione estiva puoi preparare, ad esempio, una gustosa e fresca zuppa di pomodoro con l'aggiunta di questa spezia. Oppure puoi optare per una veloce insalata di gamberi con lattuga e avocado.
Oltre alle spezie, anche le erbe aiutano a contrastare gli effetti del tempo. Salutari, gustose e facilmente coltivabili sul tuo balcone, sono indispensabili in una dieta equilibrata.
Equiseto
Quest'erba ha un nome particolare e non è molto conosciuta ma le sue proprietà sono veramente straordinarie. Chiamata anche coda di cavallo per il suo aspetto a ciuffi, è una delle piante più antiche che sono attualmente conosciute dagli esseri umani. Viene considerata infatti un vero e proprio fossile vivente.
Questo alimento contiene diversi principi attivi come il silice, il calcio, il magnesio e il potassio, che insieme rendono l'equiseto un ottimo alleato contro l'osteoporosi, una condizione che sopraggiunge soprattutto dopo la menopausa. Utile contro la fragilità delle ossa, delle unghie e dei capelli, mantiene giovani e in salute.
In cucina puoi utilizzarlo in molte maniere. Puoi fare, ad esempio, dei decotti, oppure aggiungerlo a zuppe e minestre. Se sei interessato ai benefici di quest'erba, puoi provare l'integratore alimentare Equiseto, disponibile presso l'e-shop Macrolibrarsi. Controindicato per le mamme che stanno allattando e chi è in gravidanza oppure per chi assume farmaci diuretici e per l'ipertensione.
Rosmarino
Il rosmarino è una delle erbe più conosciute e utilizzate in Italia. Lo sapevi che, oltre ad essere un insaporitore, combatte l'invecchiamento cellulare? Questo antiage inaspettato è infatti ricco di oli essenziali come il pinene, il conforene e il limonene e presenta importanti proprietà antiossidanti.
Nemico dello stress, aiuta la memoria e la concentrazione e il suo olio, inoltre, permette di illuminare, idratare e mantenere elastica la pelle.
Puoi gustarlo come tisana o decotto oppure aggiungerlo a preparati di carne e pesce per conferire un profumo e un gusto particolare al tutto.
Queste sono alcune delle erbe e delle spezie che combattono l'invecchiamento cellulare. Dona colore e sapore alla tua alimentazione mantenendo sempre la salubrità e la genuinità dei tuoi piatti.
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Lo sapevi che circa il 50% degli italiani non digerisce bene il latte? Questo non solo causa disturbi di stomaco ma procura altri sintomi insospettabili come emicranie e irritabilità. L'intolleranza al lattosio è un problema da non sottovalutare e, se diagnosticata, è fondamentale diminuire o eliminare, a seconda dei casi, il latte dalla propria dieta. Eppure questa bevanda è presente in moltissime ricette e, in Italia, è protagonista delle colazioni.
Non temere, esistono dei sostituti del latte che sapranno soddisfarti allo stesso modo per quanto riguarda il sapore e le proprietà benefiche.
Il lattosio è un particolare zucchero contenuto nel latte e nei suoi derivati. Quando arriva nell'intestino tenue, l'enzima chiamato lattasi ha il compito di dividerlo e permettere all'organismo di digerirlo. Molte persone però, specialmente adulti, hanno una carenza di questo enzima e perciò non riescono a digerire il lattosio. Sono gli intolleranti.
L'intolleranza viene suddivisa in più categorie a seconda della causa che scatena la mancanza dell'enzima lattasi. Può essere infatti che esso vada a diminuire progressivamente con il passare degli anni, e quindi essere una conseguenza naturale della crescita. In questo caso è definita intolleranza genetica primaria.
Può capitare invece che l'enzima scarseggi a seguito di una malattia infiammatoria dell'intestino. Seguendo una dieta temporanea che elimina latte e derivati, è possibile recuperare i livelli normali di lattasi. Questa è chiamata intolleranza transitoria.
Infine è stata individuata l'intolleranza al lattosio congenita, dove l'enzima lattasi manca ancor prima dello svezzamento.
Tutti e tre questi casi prevedono l'adozione provvisoria o definitiva di un'alimentazione priva di latte e derivati. Molti cibi ne presentano tracce al loro interno e per questo sembra difficile riuscire a programmare una dieta ricca, sana e gustosa senza latte. Grazie alla progressiva sensibilità verso l'argomento e all'aumentare degli individui con intolleranze, oggi sul mercato è possibile trovare molti sostituti del latte. Con questo articolo vogliamo presentarti i più apprezzati e ricchi di proprietà.
Scopriamo allora insieme le 5 bevande alternative al latte per gli intolleranti.
Tra le bevande vegetali più conosciute è apprezzate c'è quella alla soia. Questo legume è molto versatile e si presta a tantissime preparazioni; esiste infatti anche la farina di soia, la salsa e la "carne", molto utilizzata dai vegani. Per produrre il conosciuto "latte" di soia, i semi del legume vengono prima essiccati, macinati, poi macerati e bolliti.
Al gusto non è particolarmente dolce ma la sua delicatezza si presta a tutti i palati e la sua composizione oleosa la rende ottima per la realizzazione di panna, creme e besciamella.
Oltre a questo, la soia è ricca di proprietà utili all'organismo. Poco calorica e povera di carboidrati, è ideale per tenere sotto controllo il colesterolo e inoltre, essendo priva di glutine, è adatta anche ai celiaci.
Contiene molte vitamine del gruppo A, B e E e previene l'osteoporosi. Più leggera del classico latte animale, è certamente una sua ottima alternativa.
Pur avendo molte qualità, questa bevanda è sconsigliata se:
Il "latte" di riso è la seconda bevanda alternativa al latte più conosciuta e venduta in Italia. Visto le controindicazioni legate al consumo eccessivo della bevanda di soia, in molti la alternano a quest'altro alimento sostitutivo del latte.
Nato come semplificazione di una bevanda giapponese, l'Amazake, il latte di riso contiene riso, olio di riso, acqua e sale; ingredienti semplici che lo rendono un alimento ideale per gli intolleranti. Dal gusto particolarmente dolce, si ottiene dalla macinazione dei chicchi e dalla loro conseguente cottura e macerazione. Il prodotto finale viene infine filtrato per risultare omogeneo. Il suo sapore dolce lo rende perfetto per torte e biscotti e, nonostante abbia poco valore nutrizionale rispetto al latte animale, è ricco di proprietà.
Ottimo per chi soffre di patologie cardiovascolari, aiuta a contenere i valori di colesterolo e permette di regolarizzare intestino e colon.
Se vuoi inserire la bevanda di riso nella tua dieta, puoi provare Rice - Bevanda di Riso Light di Isola Bio. La trovi presso l'e-shop Macrolibrarsi.
Nonostante la sua digeribilità, bisogna alternarla ad altre bevande perché:
La bevanda di miglio è meno conosciuta di altri sostituti del latte ma è certamente una valida alternativa che porta benefici all'organismo.
Questo cereale è povero di grassi e ricco di proteine e fibre ed è ottimo per chi soffre di colesterolo alto. Molto digeribile, aiuta la diuresi e stimola la produzione di cheratina, che contribuisce alla salute dei capelli e delle unghie. Da molti è considerato un rimedio naturale alla candida ed è ltretutto un importante ricostituente, contenendo infatti le vitamine E, B e A.
Con questa bevanda puoi preparare moltissime ricette come budini, panna cotta, pancakes e gelati.
Da evitare o moderare se:
Povero di grassi e ricco di fibre, il latte d'avena è ricco di antiossidanti che contrastano l'invecchiamento cellulare ed è un utile sostituto del latte vaccino. Apprezzato e venduto in molti punti vendita bio e anche nei supermercati, il suo sapore delicato lo rende particolarmente versatile e abbinabile a svariati ingredienti.
Ipocalorico, può essere usato nelle diete dimagranti e, in aggiunta, favorisce il movimento intestinale.
Ricco di acido folico, aiuta la produzione di globuli rossi e mantiene equilibrato il colesterolo. Grazie alla vitamina B9, è consigliato per prevenire l'anemia.
Modera o evita il suo uso se:
sei allergico al nichel
soffri di celiachia
Tra le bevande alternative al latte, quella di farro è la più ricca di calcio. Il suo sapore è leggermente più gradevole del latte di soia e la sua consistenza delicata e cremosa lo rende un ingrediente ideale per creme e torte.
Privo di lattosio e colesterolo, contiene magnesio e potassio, nonché una buona quantità di proteine, vitamina A e B. Ideale per gli sportivi e per chi soffre di osteoporosi, ha anche un basso indice glicemico.
Da moderare o evitare se:
Questi sono i sostituti del latte più conosciuti e apprezzati, valide alternative che sapranno arricchire i tuoi piatti e rendere più gustosi i tuoi pasti.
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Soffri di stipsi o diarrea? Hai spesso gonfiori addominali e non riesci a digerire? Ti senti stanco e ti ammali spesso? Ecco, questi potrebbero essere alcuni sintomi che ti segnalano che il tuo intestino è in stato di malessere. Il benessere intestinale è uno dei principali obiettivi da raggiungere per vivere una quotidianità serena e priva di fastidi.
Il nostro intestino, infatti, ha svariate funzioni come quella dell'assorbimento dei nutrienti e di sintesi delle cellule immunitarie. In poche parole è il centro delle nostre energie e difese. Puoi immaginare, quindi, che quando qualcosa non funziona è necessario correre subito ai ripari. Ma come?
Se non soffri di patologie gravi e croniche, che richiedono delle diete ad hoc programmate insieme al proprio medico e nutrizionista, puoi aiutare il tuo organismo a difendersi e a mantenersi in salute con una dieta equilibrata e sana e delle buoni abitudini a tavola. Esistono poi alcuni alimenti antinfiammatori che possono diventare degli ottimi alleati per il tuo intestino.
Uno stile di vita sregolato può portare ad un'alterazione della microflora batterica del nostro intestino, provocando tutta una serie di disturbi che talvolta ci affliggono. Quando capita di avere una colica o la dissenteria, si tende ad assumere farmaci per alleviare il dolore e procedere più tranquillamente ad affrontare la giornata ma, anziché aspettare che si presenti il problema, forse è meglio prevenirlo.
Infatti è un conto se gli episodi legati ad un malessere intestinale sono rari, un altro è se diventano comuni perché non solo peggiorano il tuo stile di vita, ma ti portano diversi rischi legati a patologie croniche come il morbo di Crohn e altre malattie gastrointestinali.
Per migliorare la salute del tuo intestino ed evitare tanti fastidi legati a esso, prima di tutto è utile adottare uno stile di vita corretto. Quindi stop alla sedentarietà e sì all'attività fisica; non è necessario iscriversi in palestra o praticare sport agonistici, basta anche una camminata di almeno un'ora da fare a passo sostenuto più volte a settimana, preferibilmente tutti i giorni. Limita poi i cibi raffinati e i prodotti industriali e preconfezionati, soprattutto quelli ricchi di zuccheri, grassi e conservanti. Bevi tanta acqua e, se non riesci, assumi liquidi tramite tisane, spremute e frutti e ortaggi freschi e salutari. Infine, a tavola, mastica piano e non essere di fretta; il momento del pasto dev'essere privo di stress e sereno.
Queste sono le buone abitudini da adottare per evitare disturbi gastrointestinali saltuari e prevenire quelli cronici. Come già detto, poi, ci sono alcuni alimenti tra verdure, frutta e spezie, che hanno delle proprietà antinfiammatorie capaci di proteggere il tuo benessere intestinale. Continua a leggere per scoprire quali sono.
Cicoria
Questo ortaggio dal gusto intenso e amarognolo viene utilizzato in molte ricette della tradizione mediterranea, sia per accompagnare carne di maiale o come contorno in padella, sia come piatto ricco vegetariano e vegano. Si presenta in differenti varietà, con foglie verdi o rosse, e puoi anche coltivarla sul tuo balcone con semplicità; essendo una pianta rustica e che cresce anche spontaneamente, non ha bisogno necessariamente di concime ma solamente di una posizione abbastanza soleggiata.
Per quanto riguarda le sue proprietà, è considerata un alimento ottimo per l'intestino perché è depurativa e una delle sostanze che contiene, ovvero l'inulina, aiuta nell'evacuazione chi soffre di stipsi. Inoltre la cicoria è ritenuta un'alleata contro le patologie intestinali quali cancro al colon, intestino irritabile e altre malattie croniche. Inseriscila quindi nella tua dieta, sia cotta che cruda; essendo un cibo versatile non ti sarà difficile integrarla a qualche tuo piatto e vedrai che il tuo organismo ne gioverà.
Curcuma
Ormai è assodato che le spezie sono ricche di benefici disinfiammanti che contribuiscono al benessere dell'organismo e la curcuma, in particolare, si dimostra un alimento utile per combattere i fastidi legati all'intestino. Conosciuta in passato come "zafferano delle Indie", già nell'antichità era usata come rimedio per intossicazione del fegato e problemi digestivi. Tutto questo grazie alla preziosa sostanza che contiene, la curcumina, che svolge un'azione carminativa e antispastica. Stimola la produzione e il flusso biliare e contrasta i gonfiori addominali.
In poche parole, un vero e proprio toccasana per l'apparato digerente. Puoi aggiungerla a diversi piatti, dai risotti alle zuppe fino ai secondi di carne e pesce. Per assorbirla meglio assumila insieme ad alimenti ricchi di Omega 3 come il pesce, l'olio di oliva e di semi di lino, le noci e i semi di chia.
Zenzero
Lo zenzero è un'altra spezia la cui azione benefica è riconosciuta anche dal mondo scientifico. Inserito come ingrediente in molti integratori alimentari, svolge un'azione positiva su stomaco e intestino; in particolare stimola la secrezione di saliva e di succhi gastrici e biliari, aiuta la digestione, stimola l'appetito e combatte i gas intestinali. Nella tua dieta puoi abbinarlo a dolci e frutta oppure aggiungerlo ai tuoi secondi. Se ami le tisane, puoi prepararti un buon infuso caldo a base di zenzero; puoi berlo anche freddo, per rinfrescarti nelle giornate estive.
Banana
Tra i frutti antinfiammatori rientra la banana. Alcuni studi scientifici hanno dimostrata che il suo effetto è veramente straordinario. La British Nutrition Fondation ha inoltre scoperto che quelle non troppo mature sono le più efficaci per l'equilibrio della flora intestinale. Infatti le banane con la buccia ancora striata di verde, e quindi un po' acerbe, contengono un amido utile per l'intestino. Quando maturano quest'amido si trasforma in zuccheri.
Oltre ad essere gustose e versatili, sono quindi anche alleate della tua salute. Inseriscile in qualche merenda o colazione per equilibrare la tua dieta.
Mela
Un noto detto cita che una mela al giorno toglie il medico di torno. Ed è proprio vero, questo è il frutto per eccellenza della salute e, tra i suoi tanti benefici, c'è anche quello di alleato dell'apparato digerente. Disponibile in diverse varietà, come la verde, la rossa e la gialla, e con diverse consistenze che si adattano a qualsiasi gusto, la mela può accoppiarsi a molti piatti dolci ma anche salati, come insalate e secondi di carne.
Ricca di fibre, di acqua, di vitamina A e C e di minerali, è sicuramente un toccasana per l'organismo. Inoltre possiede un enzima capace di eliminare i batteri "cattivi" e ha una funzione disinfettante.
Se soffri di stipsi puoi inserirla nella tua alimentazione oppure integrare alla tua dieta una soluzione naturale capace di riportare la regolarità intestinale. Presso l'e-shop Macrolibrarsi, ad esempio, è disponibile Regular Mela, un prodotto concentrato e bio che ti aiuterà a stimolare l'intestino pigro.
Queste sono le buone abitudini e gli alimenti antinfiammatori capaci di riportare il benessere intestinale. Comincia ora a cambiare il tuo stile di vita e vedrai che i risultati non tarderanno ad arrivare.
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Hai mai sentito parlare dei cibi antistaminici? Ogni anno, con l'arrivo della primavera, milioni di persone cominciano a soffrire di stanchezza cronica, orticaria, rinite, congiuntivite e tosse. Sono i tipici sintomi dell'allergia primaverile, che costringe l'organismo di chi è più suscettibile ad attivare le proprie difese biologiche. Quando il corpo reagisce a stimoli esterni che considera "pericolosi", produce l'istamina, una sostanza che funge da mediatore chimico e che, se liberata in maniera eccessiva, può causare alcuni disturbi e intolleranza all'istamina stessa.
Se sei una persona allergica, certamente saprai già che questa molecola è la principale causa dei fastidi che ti affliggono durante la primavera. Infatti è per tale motivo che esistono farmaci antistaminici, che alleviano i sintomi dell'allergia e ti fanno vivere meglio la quotidianità. Naturalmente non fa piacere dover ricorrere continuamente a medicinali per smettere di starnutire, lacrimare e tossire.
In realtà si può evitare il copioso rilascio d'istamina attraverso un'alimentazione adeguata. Ebbene sì, la tua dieta può aiutarti ad avere meno problemi e a diminuire il consumo di farmaci, quando è possibile. Esistono infatti alimenti che contengono questa sostanza, altri che ne favoriscono la liberazione e infine ci sono quelli che la contrastano: i cibi antistaminici. Continua a leggere per scoprire di più.
Ogni pietanza che metti a tavola a colazione, pranzo e cena ti porta benefici ma può nascondere anche dei pericoli. Una dieta sana ed equilibrata è fondamentale per evitare tutta una serie di malesseri legati anche alle allergie. Esistono ortaggi, frutti, spezie ed erbe che, grazie alle loro proprietà, ti aiutano a combattere l'istamina, ma ce ne sono molti altri, invece, che la contengono oppure che sono istamino-liberatori.
Tra gli alimenti ricchi di questa sostanza vi sono i vini rossi, la birra, tutte le cibarie fermentate sia vegetali che animali, come i crauti e alcuni formaggi, il lievito, le conserve, i pomodori, gli spinaci, gli insaccati come salame e mortadella, i crostacei e i frutti di mare, il pesce affumicato e quello in scatola. Con questo elenco non si vuole dire che bisogna eliminare dalla dieta questi cibi, ma che è meglio assumerli in quantità ridotte, specialmente nel periodo allergico; in questo modo, molto probabilmente, i sintomi non peggioreranno. Naturalmente è preferibile chiedere consiglio al proprio medico e nutrizionista se si vuole iniziare una vera e propria dieta antistaminica, specialmente se si soffre di intolleranza all'istamina.
Come già accennato, esistono anche alimenti istamino-liberatori, ovvero che svolgono la precisa azione di stimolare il rilascio di istamina in un organismo. Si tratta dei appena citati crostacei e molluschi, il pomodoro, ma anche altri frutti come l'ananas, le arance, i pompelmi, le fragole, le banane, i kiwi, l'avocado e la pera. Nell'elenco rientra anche il tanto amato cacao, le nocciole, gli anacardi e le noci, il caffè, l'albume d'uovo e la carne di maiale.
Le raccomandazioni dietetiche sono quelle di ridurre il consumo di questi cibi e cercare il più possibile di non associarli tra loro. Se hai delle carenze alimentari, chiedi consiglio al tuo medico per programmare eventualmente una dieta ad hoc con aggiunta di integratori vitaminici.
Arriviamo infine ai protagonisti di quest'articolo, ovvero i cibi antistaminici che, al contrario degli alimenti citati poc'anzi, combattono l'istamina e, di conseguenza, alleviano i sintomi legati al suo rilascio.
Verdure che contengono vitamina C
Gli ortaggi a foglia verde come la lattuga e la verza, il cavolo, ma anche il rafano e il ravanello rosso e nero contengono vitamina C e sono in grado di diminuire i sintomi allergici. Inseriscili nelle tue zuppe e insalate e, se hai un tuo orto personale, coltivali e trai beneficio dalle loro proprietà; ne guadagnerai in salute e bontà.
A questo punto ti chiederai: e gli agrumi? Purtroppo tali frutti, come abbiamo già visto, pur possedendo vitamina C favoriscono la produzione di istamina.
Tè verde
Questa bevanda fresca e gustosa, ottima sia in inverno che estate, è una grande alleata contro le allergie primaverili. Infatti contiene quercetina, un componente che fa parte del gruppo dei flavonoidi, dei veri e propri antistaminici naturali che prevengono la liberazione d'istamina.
Erbe aromatiche e spezie
Se coltivi sul tuo balcone piante aromatiche per le tue ricette, sappi che alcune di queste erbe contrastano gli effetti dell'eccesso di istamina. Tra queste vi sono il basilico, che può essere assunto come infuso o applicato sulla cute arrossata per l'allergia, il finocchio, la camomilla, la radice di liquirizia, l'alga spirulina e lo zenzero.
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La mattina è il momento della giornata più importante perché, dopo una notte di digiuno e riposo, è fondamentale risvegliare corpo e mente con un pasto completo ed energizzante. Una colazione equilibrata è la risposta ideale alle richieste del nostro organismo, che è pronto ad attivarsi. Non bisogna sottovalutarla e prendere l'abitudine di saltarla perché si ha fretta o non si ha appetito. Agendo così si rischia di avere picchi di fame nei momenti sbagliati del giorno e di sentirsi stanchi e gonfi perché si ingerisce il cibo con voracità e nervosismo.
La colazione rappresenta circa il 30% dell'apporto calorico giornaliero e per questo è fondamentale farla bene, con serenità e in maniera salutare. Grazie a questo primo pasto del mattino, infatti, ridurrai fastidi e problemi come la mancanza di concentrazione, la sonnolenza e l'ipoglicemia.
Naturalmente bisogna mangiare in modo sano e ingerire i giusti nutrimenti per ottenere i risultati desiderati, ovvero energia, mantenimento del proprio peso ideale e prevenzione di patologie. Se non sai cosa mangiare al mattino e non hai molto tempo a disposizione, continua a leggere e scopri 5 idee di colazione equilibrata facili e salutari.
Prepararsi un ottimo pasto al mattino significa diminuire il rischio di obesità, dell'insorgenza di malattie cardiovascolari e del diabete mellito. Per trarre completo vantaggio dalla colazione è però necessario rispettare alcune regole fondamentali, come la continuità e la perseveranza nel mangiare qualcosa tutte le mattine, l'equilibrio del pasto e la sua completezza. Quest'ultimo termine comprende tutta una serie di principi nutritivi contenuti in particolari alimenti:
Questi sono gli elementi principali che puoi inserire nel tuo pasto mattutino. Evita il più possibile brioche, biscotti e snack industriali; nonostante siano molto buoni, non saziano e ti forniscono un'energia che si consuma in poco tempo. Per quanto riguarda caffè e tè, sono un ottimo modo per risvegliarsi ma bisogna berli con moderazione perché sono eccitanti e possono causare infiammazioni o allergie. Infine, non è necessario mangiare sempre le stesse cose e puoi creare un semplice calendario settimanale dove scrivere ricette gustose e colorate. Per aiutarti, ti presentiamo ora alcune idee per la tua colazione equilibrata.
Non ti serve tanto tempo per preparare una colazione classica salutare e sfiziosa. Può essere sia dolce, sia salata, l'importante è che presenti le sostanze nutritive che ti aiuteranno ad affrontare la giornata nel pieno delle forze. Se non hai voglia di mettere sul fuoco pentolini e padelle, puoi optare per una ciotola di yogurt mista a frutta secca o fresca e cereali, con l'aggiunta di miele o qualche scaglia di cioccolato.
Un'idea interessante è anche l'overnight oats, che può essere preparato la sera prima di andare a dormire e tenuto tutta la notte in frigo. Si tratta di un porridge con latte, frutta di stagione e fiocchi d'avena. Se desideri una buona fonte di fibre e hai problemi con il glutine, puoi acquistare i fiocchi di avena integrale senza glutine Sapore di Sole, disponibili presso l'e-shop Macrolibrarsi.
Il primo pasto del mattino non dev'essere per forza dolce. Esistono molte ricette salate che rispondono perfettamente alle esigenze dell'organismo. Unisci alcune fette di pane integrale o di segale a una fonte proteica come uova, bresaola o salmone e, aggiungendo una bevanda alla frutta, avrai la tua colazione sana e saporita.
Molte persone soffrono di intolleranze alimentari, specialmente al lattosio. Il latte è un elemento principale in molte colazioni mediterranee ma può essere facilmente sostituito con altri cibi altrettanto buoni oppure con bevande alternative o prive di lattosio. Delle bibite gustose e variegate che puoi gustare di prima mattina sono gli smoothies, ricchi di vitamine e fibre. Puoi prepararli con i frutti che più ti piacciono, insieme ad acqua o a latte di soia, avena o riso.
Le omelette sono alimenti dolci e salati che possono arricchire le tue colazioni, così come i toast con margarina vegetale e marmellata o miele. Se hai voglia di una bevanda calda e stimolante, puoi accompagnare il pasto con un tè oppure un caffè macchiato con soia o riso.
I frutti sono dei veri toccasana per l'organismo perché sono digeribili e ricchi di vitamine e proprietà benefiche. Per questo ogni tanto fa bene prepararsi una buona colazione a base di questi alimenti, magari insieme a cereali. I cibi ideali da ingerire nel primo pasto della giornata sono arance, pompelmi, kiwi, melone, cocomero, uva rossa, prugne, banane, ananas, mele, pere e frutti rossi.
Puoi realizzare delle spremute o dei frullati, oppure tagliare a pezzetti la frutta e aggiungerla allo yogurt. Ottima anche come guarnizione per pancake e muffin.
Le spezie sono versatili e saporite e sono capaci di donare un tocco esotico ma anche salutare ad ogni piatto. Non pensare di utilizzarle solamente per primi o secondi, questi alimenti si combinano bene con le preparazioni per la colazione. La cannella aggiunge gusto al latte e caffè, alle composte e alle creme fatte in casa. Lo zenzero è ottimo nelle bevande di frutta, mentre puoi aggiungere il cumino ai pancake con l'uvetta. Se ami il porridge, rendilo più gustoso aggiungendo zafferano e miele e durante la giornata ti sentirai pieno di energia e concentrato.
Stai seguendo una dieta vegana e alcuni alimenti tipici delle colazioni, come il latte o le uova, non possono rientrare nei tuoi pasti mattutini. In realtà i cibi a disposizione nutrienti e buoni sono moltissimi. Puoi preparare in casa una bella torta o crostata con olio al posto del burro e una bevanda vegetale anziché il latte. Ottimo anche il pane con la marmellata oppure i toast con l'avocado. Se desideri qualcosa di più classico puoi provare lo yogurt di soia con frutta e cereali.
Queste sono 5 idee per una colazione equilibrata, salutare e saporita. Puoi provarle tutte oppure prendere spunto da esse per realizzare un tuo personale programma settimanale. Dai libero sfogo alla tua creatività e utilizza sempre alimenti nutrienti e freschi. In questo modo inizierai le tue giornate al meglio.
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Fin da piccoli ci viene insegnato che gli ortaggi fanno bene, ed è proprio così. Molti bambini tendono a rifiutare insalate e minestre e, crescendo, escludono tanti cibi ricchi di vitamine e sali minerali dalla loro dieta quotidiana. Mangiare verdura è però indispensabile perché, grazie alle sue proprietà, mantiene in salute l'organismo e previene infiammazioni e pericolose malattie. La natura ci offre una grandissima varietà di ortaggi e ognuno di essi ha un sapore unico e gustoso.
Certo, non è necessario farsi piacere tutto ma molte volte ci si limita a ingerire meccanicamente le stesse verdure, magari neppure di stagione, senza riconoscere e sfruttare le loro grandi potenzialità in fatto di gusto e benefici. Se ogni giorno senti la stanchezza, hai spesso gonfiori addominali e non riesci a liberarti del peso in eccesso, forse è il caso di adottare un regime alimentare che ti spinge ad avere sempre qualche ortaggio a tavola. Continua a leggere per scoprire perché.
Mangiare la giusta dose giornaliera di ortaggi significa consentire al proprio organismo di ricevere un adeguato apporto di sostanze nutritive: vitamine, acqua, fibre e sali minerali sono solo alcuni dei componenti contenuti in questi cibi che aiutano a mantenersi in salute. In genere si dovrebbero ingerire 5 porzioni tra frutta e verdura al giorno. Cosa succede se non lo si fa?
Se non fai una dieta bilanciata e non porti gli ortaggi a tavola potresti sentire debolezza muscolare e crampi, avere una carenza di vitamine e un sistema immunitario poco reattivo. Inoltre molte verdure aiutano nella digestione e portano un senso di sazietà. Quindi, se stai seguendo una dieta dimagrante, sicuramente questi alimenti possono tornarti utili.
Bisogna abituarsi ma mangiare verdure non è una sofferenza, anzi, molte di esse sono saporite e incredibili se preparate in un certo modo. Inoltre le tipologie sono così tante che puoi combinarle in molteplici ricette. Vediamo insieme i loro benefici colore per colore.
Le verdure possono raccontare molto e basta vedere il loro colore per capire quali benefici possono portarti.
Verde
L'insalata, i broccoli, gli spinaci e tutti gli ortaggi dalle tonalità verdi hanno proprietà antiossidanti e contribuiscono a prevenire tumori e malattie coronariche perché sono ricchi di carotenoidi. Inoltre favoriscono il metabolismo dei carboidrati e delle proteine grazie alla grande quantità di magnesio che contengono. Le verdure a foglia verde sono una fonte di acido folico e folati, elementi che contrastano l'insorgere di patologie importanti come l'arteriosclerosi.
Rosso
Gli ortaggi rossi come barbabietole, radicchio rosso e ravanelli contengono antocianine e carotenoidi, capaci di rinforzare i capillari fragili e aiutare nelle patologie dei vasi sanguigni. Ricchi di vitamina C, permettono un buon assorbimento del ferro e hanno proprietà antiossidanti.
Blu-viola
Le melanzane, le carote viola, i broccoli viola e le cipolle proteggono la vista e contribuiscono a prevenire patologie delle vie urinarie. Sono ricche di proantocianidine, antocianidina ed resveratrolo e per questo aiutano il sistema immunitario e abbassano il livello di colesterolo cattivo.
Giallo-arancio
I vegetali come le carote, i peperoni e la zucca proteggono dal cancro e da patologie cardiache e sono utili per mantenere in salute le mucose e gli occhi, grazie al beta carotene che contengono e che viene trasformato dall'organismo in vitamina A. Inoltre contrastano l'invecchiamento cellulare e aiutano la vista.
Bianco
Gli ortaggi di colore bianco come i finocchi, le rape, il cavolfiore e l'aglio contengono molte sostanze benefiche, tra le quali l'allicina, capace di abbassare il colesterolo. Contribuiscono poi a prevenire i tumori allo stomaco e le patologie cardiache e alcuni di loro hanno un buon quantitativo di potassio.
Abbiamo appena visto quanto le verdure siano in grado di portare benefici all'organismo. Naturalmente, per trarre vantaggio da tutte le proprietà, è necessario mangiarle fresche o ben conservate. Puoi provare a realizzare un orto personale sul terrazzo o balcone; in questo modo avrai sempre a disposizione vegetali freschissimi e di stagione.
Se non hai la passione per gli ortaggi, sicuramente ti sarà difficile cominciare a inserirli nella tua dieta. Devi sapere che i vegetali sono molto versatili e puoi mangiarli in differenti maniere. Ad esempio, puoi prepararti dei frullati per merenda o colazione e già con questi avrai un tuo primo apporto di nutrienti. Durante l'estate ti sentirai rinfrescato e rinvigorito da una buona bevanda con cetrioli, sedano e finocchi. Anche i succhi sono ottimi; se non hai tempo di prepararlo in casa, puoi provare qualche prodotto biologico e sano. Il succo di verdure Breuss è una miscela salutare e gustosa di vegetali che puoi trovare presso l'e-shop Macrolibrarsi.
Un'altra maniera per abituarsi a questi alimenti è quella di inserirli nelle tue ricette di carne, pesce, legumi, pasta e uova. Ad esempio aggiungi un trito di carote e cipolle nelle tue polpette oppure realizza un pesto di zucchine con il quale condire i tuoi primi piatti. Le idee sono veramente tante e si possono adeguare a qualsiasi portata, persino ai dolci. Hai mai provato la torta di carote e i biscotti alla zucca? Sono dessert buonissimi!
Per sperimentare nuovi sapori mescola agli ortaggi erbe aromatiche e spezie. La zucca si sposa bene con chiodi di garofano, cannella e noce moscata. A un contorno di melanzane puoi aggiungere sesamo o curry e il passato di cavolfiore avrà più gusto con una spolverata di cumino o peperoncino.
Ricorda, infine, che è molto meglio mangiare verdure all'inizio dei pasti. Questo per vari motivi; il primo è perché a stomaco vuoto si assorbono meglio i micronutrienti. Il secondo riguarda la sazietà; se ti gusti un bel contorno di ortaggi prima della pasta vedrai che anche dopo diverse ore dal pranzo non sentirai una fame vorace. I vegetali, poi, come già accennato, aiutano a digerire e riducono i gonfiori; inoltre rallentano i picchi glicemici e per questo sono molto utili a chi soffre di particolari patologie.
Gli ortaggi sono degli alimenti essenziali in una dieta sana. Comincia a mangiare verdura durante i tuoi pasti e vedrai che i suoi benefici e la sua bontà ti conquisteranno.
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