Dieta Chetogenica: Come Lo Zafferano Può Aiutarci
La dieta chetogenica sarà, con molta probabilità, una delle diete più seguite nel 2021, soprattutto in Italia. Nel mondo il suo boom lo si è visto da tanto tempo.
Gli italiani si sa, sono un popolo di santi, poeti, navigatori… ed eternamente alla ricerca della dieta perfetta.
Già in tempi non sospetti, nell’ Obesity day del “lontano” 2016, veniva dichiarato che il 49% degli italiani fosse a dieta [Fonte] e, sinceramente, da allora, non credo che le cose siano effettivamente cambiate più di tanto.
Dieta chetogenica
Soprattutto in questo periodo dell’anno, quando Gennaio, il mese dei buoni propositi per eccellenza, comincia, molti Italiani si scoprono fuori forma, forse anche a causa delle tante tavolate a cui hanno partecipato durante le feste.
È sicuramente questo il periodo migliore per mettersi in forma, anche perché la famigerata prova costume non è poi così lontana (purtroppo).
Da secoli, ormai, sappiamo come il corpo umano funziona ma, essenzialmente, i progressi che la medicina ha fatto nel XIX secolo mettono in ombra tutto quello che c’è stato prima.
Oggi anche un bambino sa che i processi chimici che avvengono nel nostro corpo sono stati decodificati quasi interamente e la scienza arriva in nostro soccorso in tutti gli aspetti della vita.
Così, il genio e gli sforzi di personaggi illustri come Atkins, Sears, Dukan, Montignac, hanno “dato il La” ad un epoca in cui, chi voleva perdere peso poteva farlo consapevolmente, comprendendo quello che nel suo corpo stava succedendo.
La dieta equilibrata
Come sempre tutto parte dal passato.
L’uomo è frutto di un evoluzione millenaria e il suo organismo conserva ancora reminiscenze ataviche.
Quando eravamo nelle caverne, nessuno si sognava di dire, come avviene oggi quasi per tutti in questa parte del mondo, che ogni giorno ci fosse un pasto.
Così, quando si cacciava, si banchettava con quello che c’era e quando non c’era cibo si restava a digiuno in attesa di tempi migliori.
Per questo motivo l’essere umano ha sviluppato la capacità di immagazzinare l’energia sotto forma di grasso corporeo e questo avviene ancora oggi.
Del resto, dovremmo essere coscienti del fatto che non tutti viviamo nell’Area del Mondo Benestante e che questo meccanismo permette ai 2/3 della popolazione mondiale di sopravvivere!
Questo, però, comporta il fatto che, una parte della popolazione del mondo, sia oggi in sovrappeso o addirittura obesa.
In medio stat virtus
dicevano i Latini,
La virtù sta nel mezzo
e, se non c’è stato equilibrio prima, per un motivo o per un altro, dobbiamo correre ai ripari.
Macronutrienti
Oggi sappiamo, anche solo leggendo le etichette nutrizionali dei cibi, che gli alimenti possono essere classificati non solo per l’apporto energetico che conferiscono (espresso in calorie) ma anche come ripartizione dei macronutrienti (Carboidrati, Proteine e Grassi) che contengono e forniscono.
Una dieta equilibrata sfrutta questi principi.
Se molti sanno che l’apporto calorico giornaliero, che otteniamo dai cibi, deve essere uguale o inferiore a quello consumato, in modo che non ci siano eccessi, che inevitabilmente vengono immagazzinati dall’organismo sotto forma di riserve (leggi grasso), non a tutti è chiaro che anche i macronutrienti devono seguire e rispettare delle proporzioni.
I regimi alimentari moderni sfruttano proprio queste combinazioni più che il numero totale delle calorie, che resta pur sempre prestabilito ed un dato oggettivo da tenere in considerazione.
Così, per fare qualche esempio, nella classica Piramide alimentare la proporzioni ottimale è:
- 50% carboidrati;
- 20% proteine;
- 30% grassi;
mentre nella Dieta a Zona le proporzioni sono:
- 40% carboidrati;
- 30% proteine;
- 30% grassi.
E non fa eccezione nemmeno la nostra Dieta Mediterranea, che fissa le percentuali in modo differente:
- 60% carboidrati;
- 10% proteine;
- 30% grassi.
Nel tempo si è compreso che, variando queste proporzioni, potevano essere innescati degli aspetti legati alla chimica del nostro corpo.
Così nascono le diete Low Carb (a basso contenuto di carboidrati) dove, ovviamente, il nutriente principale, viene sostituito o con le Proteine o con i Grassi.
Quando l’elemento principale sono le Proteine ci troveremo al cospetto di una dieta Iperproteica e la Dukan e la Paleo sono solo le più rinomate.
Nel caso l’elemento nutrizionale maggiore siano i grassi saremo difronte a diete iperlipidiche e la Atkins è forse una delle più famose.
La dieta chetogenica e Il glucosio
E le diete chetogeniche?
Queste diete possono essere annoverate nelle diete Low Carb e sfruttano i processi chimici generati dalla bassa combinazione percentuale di carboidrati, per indurre il nostro corpo a dimagrire.
Iniziamo dal principio.
Il glucosio è uno zucchero che si forma dalla scissione dei carboidrati.
Oggi sappiamo che questo zucchero, trasformato in glicogeno, è la fonte principale di carburante che l’uomo usa.
Riducendo l’apporto di glucosio, quindi, riduciamo l’apporto energetico che forniamo al nostro organismo dall’esterno.
Il corpo umano è una macchina pressoché perfetta progettata per l’autoconservazione.
Come nel regno animale, di cui l’uomo fa parte, gli istinti primordiali di sopravvivenza e riproduzione sono alla base dei bisogni di ogni essere umano.
Questa premessa ci è utile per comprendere come, “affamando” il nostro corpo della sua fonte energetica preferita, questo metterà in moto delle azioni conservative per recuperare fonti energetiche alternative…
E dove le troverà se non intaccando le riserve energetiche che aveva precedentemente accumulato con il grasso?
La dieta chetogenica, quindi, sfrutta questo processo inducendo il nostro corpo forzatamente ad abbassare i livelli di glicemia ed insulina per ricercare fonti alternative.
Quando questo accade, il nostro corpo inizierà a scomporre i grassi, per ottenere energia da queste cellule e per via di un processo noto come beta-ossidazione, si formeranno i chetoni, ovvero i mattoni che saranno utilizzati come carburante per l’apparto fisico.
Questo processo si chiama chetosi e, il regime alimentare che innesca questo processo, si chiama di conseguenza dieta chetogenica.
Chi segue questa dieta, dunque, riduce volontariamente l’assunzione di carboidrati per creare spontaneamente chetoni da cui estrarre energia.
La dieta chetogenica, il fegato e i reni
Se da un lato, dunque, otteniamo con questa dieta risultati, dall’altro l’organo maggiormente implicato in questa trasformazione è il fegato che a lungo ne risentirà.
La dieta chetogenica è adatta per:
- perdere peso;
- ridurre l’appetito;
- bruciare più grassi;
- migliorare il colesterolo
ed altro ancora, ma crea disarmonie e scompensi nel corpo molto forti.
È utile sapere che esistono tre tipi di corpi chetonici:
- Acetoacetate (AcAc)
- Acido Beta-Idrossibutirrico (BHB)
- Acetone
Di questi, in realtà, solo l’AcAc e l’Acetone sono dei veri e propri Chetoni.
Durante il processo di chetogenesi, l’ AcAc è il primo chetone che si crea, mentre il Beta-Idrossibutirrato, che si forma direttamente dall’Acetoacetate, è usato solo per il trasporto dell’energia.
L’Acetone, invece, è il corpo chetone meno usato, frutto dello scarto dell’ Acetoacetate.
Il problema è che, se l’acetone non è necessario ai fini energetici, presto si romperà, e sarà rimosso dal corpo come rifiuto attraverso l’alito o l’urina.
Ecco allora spiegato il motivo per il quale, quando c’è una chetosi in corso, i reni lavorano il doppio!
La dieta chetogenica e lo zafferano
Il minimo che tu possa fare durante una dieta chetogenica è quindi aiutare il tuo fegato e i tuoi reni.
Sapevi che lo zafferano può darti una mano in questo?
L’uso dello zafferano nella medicina ayurvedica ha radici lontanissime e, questo fiore, può essere usato anche per ripulire il fegato in poche settimane.
Forse non sai che, l’uso dello zafferano, sapientemente miscelato con altri ingredienti naturali, svolge un’elevata azione depurativa per questo importante organo [Fonte] ed in In Tibet, ad esempio, considerano lo “Gurgum Gcic Thang” (acqua fresca e zafferano) un potente tonico in grado di proteggere il fegato umano.
È da tempo noto questa pianta ha proprietà antiossidanti, e anti-infiammatorie e potrebbe essere una sostanza anticancro proprio per il fegato. [Fonte]
Se a tutto questo, poi, si aggiunge che lo zafferano previene i danni da radicali liberi, ripristinando le scorte di glutatione, un importante detossificante endogeno , si comprenderà benissimo come questa pianta aiuti sia i tuoi reni sia il tuo cervello (che si sta alimentando con chetoni, non proprio una primissima scelta a livello energetico).
Aggiungendo poi che l’uso dello zafferano aiuta anche a dimagrire in quanto:
- aumenta il senso di sazietà;
- riduce l’assimilazione dei grassi;
- aiuta i muscoli a bruciare i grassi;
- riduce la produzione dei grassi di deposito
come dimostrato da vari studi in merito, il quadro è pressoché completo.
A presto.