Zafferano Abruzzese: la Storia, i Pregi e la Coltivazione
Quando si parla di zafferano si pensa ad una spezia esotica che proviene da lontano. Non è errato ma è altrettanto vero che ormai la coltivazione di questo pregiato alimento avviene con successo anche in Italia. Lo zafferano abruzzese, ad esempio, e in particolare quello dell’Aquila, è un prodotto d’eccellenza che nel 2005 è stato iscritto nel Registro delle Denominazioni d’Origine Protetta.
Qual è il segreto di questa spezia? Quali sono le caratteristiche che hanno consentito alla terra abruzzese di accogliere e coltivare con successo questa pianta preziosa e delicata?
Continua a leggere l’articolo se vuoi scoprirlo.
Zafferano abruzzese: le origini
Lo zafferano non è un prodotto che si è legato recentemente all’Abruzzo. Questo territorio infatti fin dall’antichità coltivava e commercializzava la spezia. Il cosiddetto oro giallo ha fatto sviluppare e arricchire diverse città del territorio, compresa l’Aquila. Nel XIII secolo, poco dopo la sua fondazione per volere di Federico II, l’Aquila riuscì a distinguersi proprio per la produzione di zafferano, coltivato nella zona dell’Altopiano di Navelli.
In poco tempo quest’attività si diffuse in altre aree interne del territorio abruzzese. Venne a crearsi un commercio fruttuoso con altre importanti città italiane come Milano e Venezia; ma non solo, anche importanti snodi commerciali esteri come Francoforte si interessarono presto alla spezia dell’Abruzzo.
Oggi la coltivazione dello zafferano è tornata a far parlare di sé. Grazie al mantenimento di una tradizione antica e al crescente interesse per le colture locali, la spezia abruzzese è riuscita a guadagnarsi il riconoscimento D.O.P.
Area di produzione e processo di coltivazione
Lo zafferano abruzzese viene coltivato in diverse zone della Regione: la provincia dell’Aquila, Navelli, Barisciano, Fagnano, Caporciano, Molina Aterno, Fontecchio, Prata d’Ansidonia, Poggio Picenze, San Demetrio nei Vestini, Tione degli Abruzzi, S. Pio delle Camere e Villa Sant’Angelo.
La spezia viene coltivata, raccolta e lavorata attraverso processi metodici e attenti che si possono suddividere in tre fasi stagionali. Durante la primavera gli agricoltori arano i campi fino a 30 cm di profondità. Il terreno viene concimato solo con fertilizzanti naturali e si applica la rotazione colturale.
Durante l’estate, tra luglio e agosto, i bulbi della fioritura precedente vengono dissotterrati e controllati a mano. I migliori, solitamente i più grandi, vengono trapiantati nei solchi del terreno preparato in primavera. I bulbi possono essere disposti a coppie o in file. La raccolta infine avviene a ottobre e può capitare anche all’inizio di novembre.
Le caratteristiche del terreno abruzzese
La spezia prodotta in Abruzzo presenta delle caratteristiche di qualità a livello organolettico e i bulbi in genere crescono molto bene. Il merito deve andare al clima e al territorio. L’Altopiano di Navelli, ad esempio, ha un terreno ricco di minerali utili allo sviluppo della pianta. Inoltre la zona è in pendenza e questo ostacola il ristagno dell’acqua, pericoloso per la buona riuscita di una coltivazione.
In più l’area gode di estati asciutte e primavere temperate e piovose; un clima perfetto per la crescita dei bulbi.
Il prodotto finale ha un sapore poco amaro e dalle caratteristiche equilibrate. Il suo colore è vivido e il suo aroma intenso.
Lo zafferano abruzzese è una spezia tra le più celebri al mondo. La sua coltivazione è laboriosa ma soddisfacente. Se vuoi iniziare anche tu a coltivare questa pianta e vuoi saperne di più, leggi il nostro libro “Coltivare Zafferano per Profitto" e scopri i segreti dell’oro giallo.